Il progetto Faresin a Colceresa incassa il parere favorevole, anche se condizionato, della conferenza di servizi. Il tutto nonostante alcune criticità. Ci sarebbero rischi per la falda freatica: per il Consorzio di Bacino Brenta, che ancora non ha sciolto le proprie riserve, il piantare uno stabilimento di oltre 25mila metri quadri in un’area delicata, e soggetta ad inondazioni, chiede una maggiore sicurezza idraulica. La parola passerà al consiglio comunale di Colceresa, che dovrà esprimersi con un voto finale sull’intero procedimento. All’associazione bassanese A.R.I.A. preoccupa che il Comune di Colceresa non abbia tenuto conto dell’area di salvaguardia idrica stabilita dal Consiglio di Bacino già nel 2019 e recepita dalla Regione Veneto un anno fa.
La data dell’assemblea pubblica. Nel frattempo si avvicina la data di quell’incontro pubblico che, specie chi osteggia la calata di Faresin nelle campagne della frazione di Villaraspa, chiedeva da tempo. Da quando un anno fa l’azienda presentò il progetto al Suap. Chiedendo di trasformare il terreno agricolo in produttivo e costruire quello stabilimento che da anni cerca di fare. L’assemblea pubblica si svolgerà il 3 settembre, alle 20.45, nell’aula magna delle scuole medie ‘De Gasperi’. Lì il sindaco darà le risposte che i cittadini cercano e che, lo scorso 21 luglio, hanno in parte già ottenuto durante un incontro pubblico organizzato da A.R.I.A Bassanese assieme a Acque Bene Comune Vicenza. Una serata che ha visto la partecipazione di vari comitati e associazioni attive nel territorio della Pedemontana vicentina, oltre ai relatori Lorenzo Altissimo, chimico e già direttore del Centro Idrico di Novoledo, e Maurizio Boldrin, già dirigente e consulente di diversi comuni del vicentino.
“Sono stati affrontati temi connessi alla vicenda specifica del territorio di Villaraspa di Mason Vicentino oggetto dell’istanza di edificazione di nuovi insediamenti industriali tra cui uno, molto esteso, posto in un’area agricola che costituisce corridoio ecologico ed è classificato, nella pianificazione comunale, come varco agricolo non compromesso invariante- spiegano dalla sede di A.R.I.A-Il focus della serata si è sviluppato attorno alle aree di salvaguardia, con riguardo ai costi del consumo del suolo per la collettività e per la perdita di servizi ecosistemici. In particolare gli esperti e i referenti delle associazioni hanno approfondito i temi legati alla tutela delle aree di salvaguardia e alla loro perimetrazione, con riferimento ai nuovi insediamenti proposti da alcune aziende con trasformazione parziale del territorio agricolo di Colceresa in area industriale. L’evento ha visto una massiccia partecipazione da parte dei cittadini tanto che la sala comunale non è stata in grado di contenere l’enorme afflusso di pubblico con numerose persone costrette a stare in piedi tutta la sera”. Nel corso della serata, sono intervenuti anche il sindaco e l’assessore all’urbanistica di Colceresa. Aprendo un dibattito vivace tra amministratori, tecnici e cittadini.
Parere favorevole a Faresin nonostante le criticità. Tre giorni l’incontro pubblico, si è riunita per l’ultima volta conferenza di servizi, chiamata a dire la sua in merito al progetto. “Ha espresso parere favorevole all’istanza della Faresin Industries S.p.A. malgrado il parere condizionato, non ancora favorevole, del Consiglio di Bacino Brenta subordinato al superamento delle rilevanti criticità riscontrate nella documentazione progettuale in relazione alla falda freatica sotterranea in un’area delicata e soggetta a frequenti inondazioni- spiegano ancora dall’associazione bassanese- Al riguardo si ritiene che il Comune di Colceresa fino alla conclusione dei lavori della conferenza non abbia accertato la conformazione dell’area di salvaguardia, così come prevista dal Consiglio di Bacino Brenta dall’anno 2019 (approvato con delibera dell’assemblea dei Sindaci n. 19 del 18.12.2018), comunicata alla Regione Veneto il 12.02.2019 e recepita dalla stessa delibera di Giunta regionale n. 378/2024. In altre parole, approvandola dopo ben 5 anni, corredandola del parere della Commissione Tecnica Regionale n. 4085/2023 che include, oltre alla delimitazioni, anche prescrizioni, raccomandazioni e precisazioni sulle aree definite. Ebbene, nel corso della conferenza decisoria dei servizi del 24 luglio scorso, il Responsabile del SUAP del Comune di Colceresa ha sostenuto che ‘non esiste ancora una cartografia riguardo al limite dei pozzi’ precisando che la Regione Veneto avrebbe stanziato 300 mila euro per accertare se quel limite sia corretto o meno. Tuttavia siamo stupiti nel rilevare che il Comune di Colceresa non conosca il contenuto della DGR Veneto n. 378/2024. Invero con decreto del Direttore della Direzione Ambiente e Transazione Ecologica n. 185 del 25.09.2023 é stato costituito il Gruppo di lavoro per l’esame e la valutazione della documentazione tecnica presentata dai Consigli di bacino competenti per territorio in ordine agli aspetti idrogeologici e idrodinamici, che ha portato alla fine dei lavori all’emanazione, fra gli altri, del decreto del 2024 di cui sopra”.
Dubbi sulle opere di mitigazione idraulica. “Inoltre, nella conferenza dei servizi del 24.07.2025 é emerso che il bacino di laminazione, ipotizzato dalla società proponente, sarà solo diretto a garantire l’invarianza idraulica connessa all’intervento, ma non risolverà il problema da tempo presente nell’area- continua A.R.I.A.- Il Consorzio di Bonifica Brenta nel parere datato 17.07.2025 prospetta la creazione di un secondo bacino di laminazione al fine di operare per una maggiore sicurezza idraulica delle piene del Torrente Roncaglia per il quale é prevista una garanzia fideiussoria (bancaria o assicurativa) di soli 250 mila euro, importo che ci pare del tutto incongruo e insufficiente a garantire l’impegno per la corretta esecuzione dell’opera. L’iter del procedimento amministrativo si concluderà con il voto espresso di tutti i consiglieri comunali del Comune di Colceresa”.
P.V.