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Covid. Contagi in Veneto, Crisanti smentisce Zaia: “No multe ma tamponi”

L’improvvisa ripresi dei contagi di coronavirus in Veneto, con due focolai nelle province di Vicenza e Belluno, riaccendono il ‘contenzioso’ tra il governatore Luca Zaia ed il virogolo Andrea Crisanti, autore del ‘metodo veneto’, tanto acclamato a livello internazionale. Un merito che il governatore aveva fatto proprio, attribuendolo al dipartimento di Prevenzione e Sanità della Regione Veneto, mandando su tutte le furie il virologo, in totale disaccordo sul farsi mettere in ombra.

“Bisogna fare i tamponi”, ha ribadito Crisanti, commentando l’indice del contagio, balzato dal livello di rischio basso ad elevato, con l’R con T salito da 0,43 a 1,63. Totale disaccordo sulla dichiarazione di Zaia di “nuove restrizioni da lunedì, galera per i trasgressori, multe e provvedimenti restrittivi”.

Crisanti ironizza su Zaia e sull’annuncio di nuove restrizioni previste da lunedì prossimo, prendendo di mira anche i due nuovi virologi che, al momento, sono i consulenti del governatore: “Zaia si avvale in questo momento di due esperti, uno che coordina tutti i laboratori di microbiologia del Veneto, e l’altro che è il suo virologo di fiducia. Entrambi hanno firmato la lettera di Zangrillo che dice che il virus non c’è più, e ora improvvisamente lo riscopre?”, ha dichiarato Crisanti a Radio Capital.

Il noto virogolo non condivide la linea ‘dura’ di Zaia, che ha dichiarato di volete Tso e galera per gli ‘untori’. Secondo Crisanti basterebbe applicare le regole: “Ci sono già le regole – ha continuato ai microfoni di RadioCapital – Ci sono disposizioni ministeriali per chi disattende le misure di quarantena. Zaia dice che non basta la multa di mille euro? Sarebbe interessante cominciare a farle, le multe. Non si tratta di fare ordinanze più severe o meno, ma di capire l’origine dei focolai e applicare le misure per spegnerli. La ricetta ce l’abbiamo: fare il tampone a tutti i contatti, amici, parenti e vicini. Non si sono altre ipotesi”.

A.B.

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