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I sindacati contro il Comune di Schio: “Ava non si tocca, rischio malaffare”

L’Unione dei Sindacati di Base batte i pugni per difendere Ava dopo che il Comune di Schio ha dato mandato ad un legale di valutare di cedere le proprie quote nella partecipata per affidare ad altri l’incarico della gestione dei rifiuti. E sono proprio i sindacati, richiamando episodi accaduti a livello nazionale, che menzionano il rischio malaffare in una eventuale gestione privata dei rifiuti.

Quello del Comune di Schio è un atto eclatante, che la dice lunga su quali siano i rapporti tra primi cittadini all’interno di alcune società di gestione dei servizi condivisi, dove non mancano gli scontri testa a testa, ma che ricorda anche come, già nella campagna elettorale precedente al suo primo insediamento, proprio parlando di società partecipate Orsi aveva promesso “di volere rispondere ai bisogni di cittadini e non alle logiche di potere”.

Secondo i sindacati di Usb, la scelta dell’amministrazione del sindaco Valter Orsi sarebbe sbagliata: “La delibera del Comune di Schio in cui si dà incarico  ad un consulente per valutare la possibilità di cedere  a privati proprie quote e  la possibilità di dare a privati la gestione Ava rischia di essere un punto di non ritorno della guerra in corso tra Comune di Schio, che non sarebbe solo in questa scelta, da una parte ed il consiglio di amministrazione e la direzione di Ava dall’altra – hanno sottolineato – Noi non  dubitiamo della serietà degli argomenti e anzi diciamo che su bilanci, tariffe, gestione di una partecipata pubblica  la chiarezza e la trasparenza sono un  obbligo. Ava non è una società privata”.

Per i rappresentanti sindacali, le conseguenze della scelta di uscire da Ava per affrontare una nuova gestione, avrebbero ripercussioni anche per i lavoratori, che potrebbero vedere a rischio la loro occupazione.

“Un punto di non ritorno che avrà lacerazioni e conseguenze pesanti per i lavoratori di Ava in quanto potrebbero essere a rischio posti di lavoro e livelli salariali – hanno continuato i sindacati – Inoltre, per i cittadini, il servizio potrebbe non rispondere più al bene comune, ad un controllo sulle tariffe che già adesso mostra alcuni punti non chiari, ma al profitto di chi gestirà Ava. Diciamo subito che, come lavoratori, siamo assolutamente contrari ad un ritorno in mani private  del servizio rifiuti e  alla privatizzazione del termovalorizzatore, come siamo contrari ad una gestione mista pubblico privato, ricordiamo che non sono nemmeno tanti anni che si è fatto il percorso inverso  ovvero  la raccolta rifiuti in mano ad una società privata, la Cias, che  è stata internalizzata all’interno dell’Ava e ora tutto il settore raccolta e  termovalorizzatore sono a totale gestione pubblica. Va detto che la nostra opposizione a privatizzare non ci impedisce di segnalare che alcune cose non vanno. Abbiamo l’impressione che le tappe dell’inasprirsi di questa ‘guerra’ risalgano alla stessa configurazione  statutaria di Ava,  al fatto che il presidente  nominato  Carlo Lovato è stato di fatto dimissionato senza sapere perché, che tra Comune di Schio e Ava si è andati a tribunali e a carte bollate, che ci sono stati problemi su regolamenti per la gestione dell’ambito territoriale e che Ava non avrebbe preso il Cip o certificato. In questi anni ci siamo dati da fare sia professionalmente affrontando tutte le innovazioni necessarie, sia sindacalmente facendo in modo che queste innovazioni non fossero mere dichiarazioni: abbiamo lottato per il rinnovo del parco automezzi, per la messa in sicurezza degli impianti,  per la messa in sicurezza della buca 2, per la trasparenza amministrativa e dei compensi dei vari componenti degli organismi compreso il Direttore Generale. Questo anche in presenza di contratti aziendali non del tutto soddisfacenti che vedono tutt’ora una disparità inaccettabile tra il settore raccolta, penalizzato, e il settore termovalorizzatore. Le disparità dimostrano che la tanto agognata società unica non esiste del tutto e che da parte di chi governa Ava si privilegia il termovalorizzatore, entrano soldi, dalla raccolta, considerata una spesa. Siamo molto preoccupati, perchè il settore dei rifiuti in mano a privati rischia di essere un affare per mafie e malavita. Non è solo una nostra opinione – concludono da Usb – Basta vedere gli arresti e i ‘provvidenziali incendi’ in tutto il nostro paese. Chiediamo che Ava resti in mano pubblica  e che i comuni  soci di Ava  chiariscano tutte le situazioni e  mandino un segnale chiaro ai lavoratori e ai cittadini. Diciamo chiaramente che sia questa mano pubblica ad avere il potere delle politiche ambientali del territorio e che la partecipata  sia il braccio operativo e non viceversa”.

A.B.

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