- AltoVicentinOnline - https://www.altovicentinonline.it -

Il Duomo di Schio necessita di un restauro, al via raccolta fondi. Orsi: “Dimostriamo che siamo comunità”

«Siamo pietre vive». Questo il titolo scelto per la raccolta fondi a sostegno dell’intervento di restauro del Duomo di San Pietro. Pur essendo stato al centro di un importante lavoro di restauro all’inizio degli anni Novanta, il Duomo di Schio necessita di una nuova manutenzione straordinaria soprattutto sulla facciata principale che guarda verso Piazza Rossi. Per far fronte alle spese necessarie per portare a termine l’intervento la parrocchia di San Pietro – in accordo con il Comune di Schio e con il supporto di BVR Banca – ha deciso di aprire una campagna di raccolta fondi.
«Nel 1805 l’allora arciprete Giuseppe Manfrin Provedi cominciava l’edificazione del prònao del nostro Duomo. Erano tempi difficili sia politicamente, sballottati tra Austria e Francia, sia economicamente, con le nostre industrie tessili che soffrivano la concorrenza straniera, sia socialmente. Eppure quel sacerdote, confidando nell’amore degli scledensi per la loro chiesa, decise ugualmente di andare avanti, con un impegno che durerà una quindicina d’anni. Vent’anni dopo l’ultimo pastore nativo di Schio, mons. Gaetano Greselin, poneva mano alla monumentale gradinata, sempre confidando nell’aiuto di Schio. E tale aiuto mai mancò – dice monsignor Carlo Guidolin, parroco di San Pietro -. Anche oggi la nostra Parrocchia, custode di quest’edificio, pur consapevole delle difficoltà, bussa sommessamente alla porta di quegli abitanti di Schio che vogliono sostenere il restauro del Duomo, ammalorato esternamente dalle intemperie, dopo pochi decenni dall’ultimo restauro. Che questo restauro, che vuole ben connettere le pietre del nostro Duomo, sia immagine esterna di una nuova unità nella carità, dopo i difficili momenti che stiamo ancora vivendo».
La necessità dell’intervento è motivata da esigenze sia tecniche che di sicurezza, come spiega l’architetto Massimo Zampieri che sta seguendo il progetto di restauro: «Sono evidenti gli effetti del dilavamento e delle incrostazioni, affiorano muffe, muschi e arbusti di vario genere. Si stanno notando anche dei distacchi delle pietre poste a tenuta delle colonnine delle balaustre tanto da richiedere l’installazione di transenne e barriere protettive».
L’intervento di restauro sarà suddiviso in più fasi partendo dal consolidamento delle parti lapidee che costituiscono il sistema di balaustrate, muraglioni e gradinate nell’accesso
alla Fabbrica del Duomo. Successivamente, poi, si passerà alle opere di pulizia e consolidamento degli intonaci della facciata del Duomo, del pronao e dei campanili. Nella terza e quarta fase di intervento, invece, i lavori si concentreranno sulla facciate laterali, del retro e su quelle della canonica. Per poter portare a termine l’opera completa è prevista una spesa di circa 2 milioni di euro che parrocchia e Comune contano di poter reperire sia attraverso la raccolta fondi che tramite la partecipazione a bandi. «Schio e gli scledensi hanno sempre dimostrato un intenso e vivo attaccamento nei confronti di quello che è un bene culturale di grande pregio e un luogo di fede dal profondo valore liturgico e spirituale. Un patrimonio che, insieme, possiamo e dobbiamo tutelare e valorizzare – sottolinea il Sindaco Valter Orsi -. In accordo con la parrocchia di San Pietro e coinvolgendo BVR Banca, promuoviamo questa raccolta fondi perché ognuno di noi può fare la propria parte per far sì che San Pietro ritorni a mostrarsi in tutto il suo splendore. Faccio appello alla sensibilità degli scledensi, alle imprese, alle associazioni e ai club service del territorio affinché insieme si possa realizzare questo importante intervento conservativo a favore di un tesoro di arte, storia e fede che è parte integrante della nostra città. In passato, in diverse occasioni, Schio ha dato prova di una grande solidarietà operante rivolta al bene comune raggiungendo risultati inaspettati a beneficio di tutti. Ancora una volta, come Città, possiamo dimostrare il nostro essere comunità unita contribuendo alla realizzazione di quella che è da considerarsi un’opera collettiva».

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su: