L’America del vino si mobilita per boicottare Gianni Zonin, il ‘re del vino’, che non ricorda e non sa nulla di come ha rovinato un esercito di azionisti vicentini che ha gettato sul lastrico senza pietà, sta avendo gli onori della stampa internazionale. Ma questa volta non è pubblicità gratuita come spesso ha avuto immeritatamente, anche dalla stampa nazionale e locale. Questa volta gli americani vogliono fare partire una campagna per boicottare i vini Zonin . E’ addirittura finito su una rivista specializzata americana sul vino e questo la dice tutta su come il noto imprenditore pagherà, se la lenta e deludente giustizia italiana rischia di arrivare quando i buoi (leggi quote azionarie delle sue società) sono già scappati, lo scotto di essere a capo di un marchio che fattura da capogiro con l’export e si prepara ad una crisi non indifferente, se i consumatori americani decideranno di aderire alla campagna di boicottaggio dei suoi vini.
Almeno lui risparmiava gli anziani, mentre i pensionati erano le ‘prede’ innocenti di un meccanismo che faceva diventare esperti di borsa anziani con la quinta elementare pur di vendergli azioni di nessun valore. L’articolo sulla rivista americana parla di come, appena qualche settimana prima del crack ufficiale della Banca Popolare di Vicenza e della rovina dei risparmiatori, per i quali è in agguato l’azzeramento delle azioni, lui passeggiasse come un vip in via Montenapoleone a Milano. Consorte presa dalle vetrine luccicanti della sfarzosa strada milanese e lui, con fare da miliardario la segue mentre guarda sfrenatamente il cellulare come un uomo d’affari.
“Una goccia nel mare”, è stato il modo in cui Giulio Romani, Federazione sindacale italiana (Prima Cisl), lo ha descritto. “Corrisponde a malapena al 34% dello stipendio di Zonin di oltre 1 milione di euro nel 2015”.
“Boycott Zonin wines” movement emboldened as details of financial misdeeds emerge