Dall’Altopiano al Brasile: a padre Parise il riconoscimento della Festa dell’Emigrante.
Si è svolta oggi a Lusiana la 57ª edizione della Festa dell’Emigrante, un appuntamento ormai storico che ogni anno richiama residenti e visitatori da tutto l’Altopiano dei Sette Comuni e da molte altre parti del Veneto e del mondo. Un’occasione per onorare la memoria di quanti, spinti dal bisogno o dalla speranza, hanno lasciato la propria terra per costruirsi un futuro altrove.
La cerimonia, promossa dal Comune di Lusiana Conco in collaborazione con l’associazione Vicentini nel Mondo, ha voluto ancora una volta celebrare i valori dell’identità, dell’appartenenza e delle radici culturali venete. Valori che hanno animato generazioni di emigranti, capaci di portare nel mondo l’operosità, la fede e la tenacia della propria terra d’origine.
Uno dei momenti più significativi della giornata è stato il conferimento della Targa d’Oro a padre Parise, missionario ex scalabriniano che ha dedicato la sua vita agli emigrati italiani in Brasile. Un riconoscimento simbolico nel segno dei 150 anni dalla grande emigrazione italiana, iniziata proprio a fine Ottocento e che ha visto migliaia di veneti partire verso il Sud America, portando con sé cultura, lingua, fede e lavoro.
La celebrazione si è conclusa con una cerimonia nella chiesetta di Velo di Lusiana, piccolo ma significativo luogo di culto, simbolo dell’emigrazione e della profonda fede cristiana che ha sempre accompagnato le comunità italiane all’estero. Un momento toccante per riflettere sulle radici spirituali e culturali che ancora oggi uniscono chi è partito e chi è rimasto.
La Festa dell’Emigrante si conferma così non solo un momento di festa, ma anche un’occasione di memoria collettiva e di rinnovata consapevolezza del valore della nostra storia migratoria.
Presente, in rappresentanza della Regione l’assessore Manuela Lanzarin, ma anche il presidente Luca Zaia ha fatto avere un messaggio personale: “Seppur emigrando in paesi lontani, questi veneti hanno portato un po’ della nostra terra con loro, in particolare i valori, le tradizioni, la voglia di fare, di lavorare, di costruire qualcosa per le loro famiglie, affrontando le sfide che come dico spesso sono il pane dei Veneti. Hanno esportato nel mondo il modello veneto dell’emigrazione. Uomini e donne che non sono andati a riempire le galere o bighellonare per le strade, ma che hanno realizzato un progetto di vita, portando lavoro, conoscenze e competenze, capacità di sacrificio, nel rispetto delle leggi, degli usi e costumi delle terre che li hanno ospitati. Sono l’orgoglio veneto nel mondo!”
I.A.