“La concorrenza non è nel mercato online ma nelle super aperture, soprattutto domenicali, della grande distribuzione”.
Lo sostengono da sempre Graziano e Lucio Pellizzaro, fratelli e titolari del minimarket Pellizzaro, che si trova proprio in cima alla Priabona a Monte di Malo.
La loro attività commerciale è l’emblema del negozio di paese, dove il ‘casolino’ non è solo la bottega di alimentari di riferimento ma anche il porto sicuro dove si trova di tutto, dall’ago per cucire ai cerotti, dalla carta igienica alle crocchette per il cane.
Negozi piccoli, dove il tempo sembra essersi fermato, ma che al loro interno offrono prodotti in linea con il ‘grande’ mercato e i marchi più richiesti sono sempre a disposizione. Così come le offerte, che anche qui non mancano.
“Siamo un servizio a tutto tondo per il paese – commenta Graziano Pellizzaro, che al tempo stesso denuncia – Noi piccoli siamo destinati a durare ancora 2 anni, non di più”.
Un grido d’allarme un po’ diverso dal solito, perché questa volta non critica il mercato online, ultimamente capro espiatorio di moltissimi commercianti, ma punta dritto alla scelta della grande distribuzione di tenere sempre aperto la domenica.
Graziano, la situazione è critica nel mondo del commercio e penalizza soprattutto i piccoli esercenti. Dove sta il motivo?
Secondo me e mio fratello Lucio il problema è nelle aperture domenicali della grande distribuzione, dei centri commerciali. Abbiamo perso il 50% del lavoro e la gente non riesce più a riconoscere l’importanza del negozio di vicinato. Inoltre, non lavoriamo più il sabato. E invece di guadagnare tempo per stare in famiglia la gente lo perde per fare la spesa.
Che cosa vuole dire?
Quando si fa la spesa nei piccoli negozi, è tutto molto veloce. Non ci sono mai code, non si deve aspettare, si viene serviti, si fanno due parole e si va a casa dai propri cari. Invece ora c’è la tendenza ad andare a fare la spesa nei fine settimana e invece di godersi la vita si sta in fila al supermercato.
E’ un gioco di prezzi però… Con la grande distribuzione possono fare sconti importanti. O no?
E’ vero fino ad un certo punto. Noi ovviamente abbiamo prodotti più freschi e di qualità, ma anche i piccoli hanno le offerte e possono proporre prodotti buoni e convenienti.
Lavorate tanto e lamentate concorrenza importante, alla fine cosa vi resta?
Oggi noi piccoli lavoriamo per mangiare, non ci resta nulla, anzi usiamo i nostri risparmi per sopravvivere. Pensi che ogni giorno, quando una piccola bottega tira su la saracinesca, è già in perdita solo per pagare le spese del quotidiano.
E voi cosa fate per resistere?
Noi, oltre a lavorare come commercianti, ogni giorno cerchiamo strategie per ridurre i costi di gestione, bollette, contabilità, spese varie. Contrattiamo con il commercialista, con la linea del telefono, risparmiamo dove si può lasciando al di fuori il prodotto che vendiamo.
Che cosa dovrebbero fare le istituzioni per aiutarvi?
Prima di tutto costringere a chiudere la domenica. E poi dovrebbero essere illegali le vendite e le offerte di prodotti sotto costo. Le politiche di oggi sono tutte a vantaggio dei grandi, noi piccoli ci hanno annientato.
Da quanto tempo state lottando in questo modo?
Da 3 anni. Lo facciamo perché alla nostra età è praticamente impensabile trovare un altro lavoro, magari in fabbrica. Dobbiamo tirare avanti finchè andiamo in pensione, ma vogliamo anche continuare a dare un servizio al nostro paese. Il problema è che oggi ci stiamo rimettendo i nostri soldi.
Per quanto durerà ancora secondo voi? E ci sono speranze che la situazione cambi?
Io e mio fratello Lucio siamo convinti che dureremo ancora pochissimi anni, ma non solo noi, tutti i piccoli negozi. Io dico 2 anni, Lucio dice 3. Vedremo.
Anna Bianchini