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“Più contagi e pochissimo personale: non siamo pronti alla seconda ondata di covid”

“A Santorso manca personale per tamponi e tracciamenti, mancano pneumologi e anestesisti per intervenire in caso di covid, siamo pronti per la seconda ondata?”

E’ ancora una volta la concretezza di Coalizione Civica Schio ad accendere i fari sui problemi della Sanità locale, che secondo i consigliere comunali di Schio non è attrezzata nel modo adeguato per dare risposte ad un territorio di 180mila abitanti nell’imminenza di una seconda ondata di coronavirus, peraltro preannunciata da mesi.

“Aumentano i contagi e tutti vorremmo trovare rassicurazione e soprattutto sapere se il Servizio Sanitario dell’Alto Vicentino è pronto ad accettare questa seconda sfida – spiegano i consigliere in un’interrogazione a risposta scritta rivolta alla Conferenza dei Sindaci dell’Alto Vicentino – A giugno la Regione Veneto ha sfornato una imponente delibera, la 782/2020, che recepiva le indicazioni del Governo contenute nel Decreto Rilancio, e ne utilizzava i fondi al fine di preparare gli ospedali e i servizi territoriali all’arrivo di una seconda ondata epidemica. Tra i tanti interventi previsti, vogliamo porre l’accento su due che ci sembrano particolarmente significativi. Il primo riguarda l’attività di tracciamento dei contatti delle persone risultate positive al tampone e la conseguente sorveglianza attiva esercitata dal Dipartimento di Prevenzione. Nella fase di lockdown il servizio ha funzionato bene e ha consentito di prevenire ulteriori contagi perché ha potuto contare su molti operatori riconvertiti da altri servizi. A giugno tuttavia questi sono tornati alle normali attività. Nella DGR 782 la Regione determinava la necessità di disporre di “uno standard di risorse umane dedicate o dedicabili pari ad almeno 1 persona ogni 10mila abitanti, in linea con le indicazioni dello European Centre for Disease Control.” Quindi nell’Altovicentino, dove vivono 180mila abitanti, dovrebbero esserci 18 operatori. Attualmente al servizio, che è attivo 7 giorni su 7, risultano dedicate non più di 4 persone e la capacità di tracciamento è alquanto inferiore a quella richiesta. Ci vengono riferiti casi di ritardo nella segnalazione dei positivi e mancanza di quella sorveglianza prevista dalla procedura. Questo disinteresse su un servizio fondamentale per il contenimento della pandemia non è accettabile. Non è possibile che, in un momento così delicato, a causa della mancanza del personale non si riescano a fare tutti i tracciamenti necessari. Se a questo si unisce il fatto che i dati dei positivi non sono stati caricati sull’app Immuni, si capisce che esistono falle non da poco nel sistema regionale e locale. Altro aspetto essenziale per il nostro territorio è la riorganizzazione ospedaliera. Durante l’emergenza della prima fase l’ospedale di Santorso è diventato Covid-hub, con tutte le pesanti conseguenze, non ancora valutate, della chiusura dei reparti e della conseguente diminuzione di assistenza per le patologie consuete. L’ospedale ha accolto nelle terapie intensive, semintensive e reparti Covid tutti i pazienti dell’Ulss Pedemontana. Tutto questo è stato fatto dagli operatori in servizio a Santorso, riconvertendo non solo quindi i posti letto, ma anche le specializzazioni di medici ed infermieri. Nessun aiuto è arrivato a Santorso, ed è suonato particolarmente strano che il reparto di Pneumologia, una delle specialità più importanti per i pazienti Covid, sia rimasto a Bassano. I nostri medici hanno affrontato una pandemia del genere con le proprie risorse, senza i necessari specialisti in pneumologia e anestesia. Questo non deve ripetersi. Il 30 settembre l’Ulss7 ha approvato il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera come previsto dalla già citata delibera regionale n.782. Essa prevede interventi strutturali a favore dei Pronto Soccorso e la creazione di posti di terapia intensiva e semintensiva. A Santorso dovrebbe essere presente una dotazione di 34 posti di terapia intensiva e 40 di semintensiva, con possibilità di scambiare alcuni posti tra loro in caso di necessità. A Bassano i posti sarebbero circa la metà, cioè 34”.

Cunegato e de Zen, sottolineando che della seconda ondata se ne parlava già da giugno, chiedono  “perché non si sono applicate le disposizioni della DGR 782/2020 andando ad assumere e a formare correttamente il personale necessario ad effettuare tracciamenti e sorveglianza? Non sarà più solo l’ospedale di Santorso quindi a farsi carico dei pazienti Covid? Questo sarebbe di grande importanza per la nostra comunità, perché consentirebbe di non cancellare le attività consuete e di dare maggiore assistenza alla popolazione. Se si, perché gli operatori non sono informati circa le nuove direttive e accade ancora che vengano inviati pazienti Covid da Bassano? Se no, da Bassano arriveranno pneumologi e anestesisti? Sono state rinforzate le équipe mediche in entrambi gli ospedali? Perché, nonostante sia evidente che è la carenza di personale il problema principale, non vengono reclutate le figure necessarie, alcune delle quali, come ad es. assistenti sanitari, infermieri ed OSS, non sono affatto carenti nel mercato del lavoro?”

A.B.

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