“Lo scenario riguardante le liste d’attesa nella sanità regionale non è incoraggiante. I numeri riportati oggi sulla stampa parlano di 26 mila veneti ancora in attesa e dunque di un ritardo che non è stato assolutamente colmato. Col risultato che oltre il 7% dei cittadini della nostra regione rinuncia alle cure”.
Lo dichiara la consigliera regionale del Pd e vice presidente della commissione sanità, Anna Maria Bigon, in riferimento a quanto pubblicato oggi da L’Arena.
“La situazione è ben più grave. Sono stati infatti aperti tanti sportelli di volontariato a supporto di coloro che non riescono ad avere la visita nei tempi indicati nelle impegnative dal medico di famiglia. E questo perché molte persone ancora si sentono rispondere dalle Ulss che non c’è posto e di richiamare più avanti oppure che, dopo l’ attesa dei tempi del preappuntamento non vengono più richiamati: ma questa casistica finisce davvero nell’elenco delle liste d’attesa? La realtà è, quindi, che il numero di chi aspetta una visita è ben maggiore dei dati ufficiali”.
“I tagli al Cup poi hanno messo in difficoltà ancora di più tutto il sistema. La formazione degli operatori e la loro organizzazione vanno sicuramente riviste: come è possibile che gli ambulatori negli ospedali spoke siano spesso vuoti quando ci si reca per una visita? Senza dimenticare i tantissimi concorsi con pochi partecipanti: significa che non sono sufficientemente attrattivi, oltre che insufficienti a colmare le carenze, visto che sono stati messi a bando 814 posti per medici, pur mancandone 3.500. Dobbiamo quindi investire molto di più ed organizzare in modo diverso, aumentando il numero dei medici nel servizio pubblico, ormai sulla via della fuga, dato che negli ultimi anni sono stati 8.000 i professionisti che hanno dimissioni volontarie”.