Vittime di violenza, malmenate e abusate, da ieri, le donne dell’Alto Vicentino troveranno al pronto soccorso di Santorso un luogo tutto per loro. Nella stanza di Sonia, in memoria dell’infermiera scomparsa un anno fa in una tragedia in montagna, queste donne verranno accolte e potranno sentirsi al sicuro. Un piccolo salotto tutto per loro, dove trovar riparo dalle botte e dalla violenza. Con loro, potranno accedervi anche i loro bambini, nella massima riservatezza.
“Le ferite fisiche vengono curate negli ambulatori del pronto soccorso, ma questo è solo un aspetto e spesso nemmeno il più importante nell’assistenza alle vittime di violenza. Fondamentale è innanzitutto farle sentire accolte e protette, lasciare loro la possibilità di riflettere e vivere un momento per quanto possibile di serenità- spiega Giulia Castiglione, direttore del pronto soccorso di Santorso-Questo è anche propedeutico al percorso successivo di assistenza, perché il pronto soccorso, essendo aperto h24 e 7 giorni su 7, è un punto privilegiato di accesso, ma è anche inserito in una più ampia rete antiviolenza territoriale, dove naturalmente fondamentale è il ruolo delle associazioni, che possono fornire alle donne innanzitutto ascolto ma anche assistenza materiale, inclusi un rifugio sicuro e aiuto per ricostruire una propria vita in autonomia, dove vi sia anche un tema di dipendenza economica dal compagno autore degli abusi”.

Un codice ogni tre giorni: Santorso registra tra i 100 e i 120 codici rosa in un anno. “La violenza di genere ha tante sfaccettature: può essere fisica, ma anche psicologica o economica -Elisabetta Ruzzon, medico del pronto soccorso di Santoro e componente del tavolo regionale per il contrasto alla violenza di genere -Le donne si rivolgono a noi soprattutto per i danni fisici, ma vediamo anche i riflessi dei problemi psicologici, perché alcune arrivano per attacchi di panico o episodi di tachicardia come reazione a una situazione che le sta logorando e a volte non capiscono nemmeno loro che questi sintomi derivano dal contesto familiare: capita così che l’indagine cardiologica risulti negativa, ma quando chiediamo se a casa va tutto bene scoppino in lacrime. A volte dunque aiutiamo a riconoscere situazioni che le donne stesse non si rendono conto avere effetti anche sulla loro salute, anche senza ferite evidenti; in alcuni casi il fenomeno porta invece a forme di dipendenza, perché magari si beve per dimenticare la realtà della relazione che si sta vivendo, innescando così un ulteriore problema. Dal nostro osservatorio, inoltre, non possiamo che confermare quanto afferma l’OMS, ovvero che la violenza di genere è un problema trasversale e silenzioso, perché al contrario di alcuni luoghi comuni non è più diffusa tra gli stranieri, la maggior parte delle donne che accogliamo sono italiane e appartengono a tutte le classi sociali, non solo ai ceti più bassi”.
La nuova stanza, realizza anche con il contributo delle Amiche di Anna che hanno donato gli arredi e dell’illustratrice Carla Manea, che ha creato e donato le immagini rendendo l’ambiente accogliente, rientra nel contesto di un impegno più ampio dell’Ulss 7 Pedemontana per il contrasto alle violenze di genere, come sottolinea il direttore generale Carlo Bramezza: “inaugurare oggi questo spazio, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, quando è maggiore l’attenzione al tema, ci auguriamo sia anche un modo per trasmettere con più forza un messaggio alle vittime della violenza di genere: esiste nel territorio una rete in grado di accoglierle, assisterle e aiutarle ad uscire da una situazione drammatica. Oggi inauguriamo uno spazio sicuro e protetto all’ospedale di Santorso, mentre a Bassano era stato introdotto con la recente ristrutturazione del pronto soccorso, ma il nostro impegno su questa tematica è più ampio e coinvolge anche i servizi territoriali, nell’ambito del protocollo di rete unitario che è stato firmato già nel 2023 con la Prefettura e tutti i Comuni del territorio”.

In memoria di Sonia. “Era una infermiera molto sensibile alla tematica della violenza di genere. Ha partecipato per anni agli incontri della rete distrettuale antiviolenza, ha contribuito alla prima stesura del protocollo cosiddetto “codice rosa”, è stata poi coinvolta a livello regionale nella formazione degli operatori sanitari. In pronto soccorso era sempre in prima linea per tendere una mano-ha ricordato Castiglione-È mancata purtroppo in un tragico incidente di montagna un anno fa. Tutto il gruppo dei suoi colleghi ci tiene a ricordarla concretamente dedicandole questa stanza con una targa in sua memoria”.
di Redazione AltovicentinOnline