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Schio. La vicenda di Foligno ed il genitori dell’Age: ‘Proteggiamo i nostri figli ‘

L’Age Schio sempre in prima linea, quando ci sono in ballo i grossi temi della nostra società civile. Un impegno di genitori che dei fatti di vita quotidiana vogliono trarre un motivo di riflessione, che si traduca in insegnamento per quelle nuove generazioni che sono il futuro. Il riscatto, la rinascita. La speranza. La vicenda di Foligno, con un maestro che ha messo all’angolo un bimbo di colore additandolo ai compagni con “guardate quanto è brutto” ha sconvolto tutta Italia e a Schio, l’Associazione Genitori ha deciso di esprimere solidarietà.

Non una semplice presa di posizione, ma una riflessione che induce a non tollerare nessuna forma di razzismo, ovviamente soprattutto nei confronti dei bambini, che non sono possono difendersi da soli e nel mondo degli adulti dovrebbero trovare protezione.

“A nome di tutta l’Associazione Genitori della città di Schio voglio esprimere la nostra solidarietà alla signora Favour, al signor Odige Adeoya e ai loro due bambini di 10 e 9 anni che a Foligno, sono stati ripetutamente umiliati a scuola da un insegnante razzista e vigliacco – sottolinea Roberto Santacatterina, presidente Associazione Genitori della città di Schio – Questa vicenda, che da giorni è raccontata nella stampa nazionale, ci impone una riflessione e una dichiarazione pubblica. Age Schio, fin dalla sua costituzione nel 2013, ha sempre avuto, come fonte d’ispirazione delle proprie iniziative, la tutela delle fragilità e delle diversità presenti nella nostra comunità e nelle nostre scuole. Siamo convinti che le differenze siano una grande ricchezza per tutti noi e necessarie all’evoluzione sociale e culturale. Come genitori abbiamo il dovere di proteggere i nostri figli, nel corpo e nello spirito, dai pericoli che li circondano, compresa la stupidità umana, che da qualche tempo vediamo rappresentata in squallide posizioni razziste. Il razzismo va affrontato e contrastato tutti i giorni perché, come la paura, è sempre in agguato, a nostra insaputa, tant’è che nemmeno i razzisti sanno di essere razzisti – continuano – Alcuni pensano addirittura di essere scienziati, che fanno ‘esperimenti sociali’ oggi, per passare magari a fare esperimenti genetici o medici o farmacologici domani. In Italia non siamo più razzisti (formalmente) da più di 70 anni, ci siamo dimenticati tutto e non siamo più preparati ad affrontare seriamente questa pestilenza. Il razzismo è oggi troppo spesso un argomento su cui fare battute o da minimizzare. Facendo questo cancelliamo il problema, rinunciamo al ruolo di genitori e per risolvere il nostro imbarazzo ci affidiamo all’innata solidarietà e amicizia dei compagni di classe di quel ragazzo che all’insegnante squallido rispondono dicendo ‘noi siamo uguali, noi siamo come lui, perciò anche noi ora stiamo qui, fermi, a vedere il mondo la fuori’. Oppure a quello che scrive una bambina nel compito in classe in un’altra scuola, a Bologna: ‘Auguro a tutti i razzisti di non restare razzisti per sempre’. Cari genitori e cari tutti – conclude Santacatterina – non restiamo indifferenti al razzismo, impariamo dai nostri ragazzi ad essere curiosi e rispettosi degli altri, solo così potremo aiutarli ad affrontare la paura del buio”.

di Redazione Altovicentinonline

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