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Schio. L’inceneritore vivrà altri 35 anni: accantonamento fondi per il post mortem

Vivrà per altri 35 anni l’inceneritore di Schio e per accompagnarlo nel ‘post mortem’ serviranno 5 milioni di euro.

Soldi che da ora in avanti i Comuni soci, con il contributo dei Comuni che da fuori Alto Vicentino conferiscono rifiuti nell’inceneritore, accantoneranno caricando 1,65 euro a tonnellata per rifiuti inceneriti.

Un bel colpo per i Comuni che hanno spinto sulla differenziata, che godranno di tariffe più basse rispetto ai colleghi che invece differenziano ancora poco e conferiscono molti più rifiuti nel termovalorizzatore.

4.860.000 euro il costo previsto dal progetto presentato martedì alla riunione di Ava, per lo smantellamento e l’abbattimento completo del termovalorizzatore e di tutto ciò che è presente nell’area.

Il 70% del fondo di accantonamento per lo smaltimento sarà prodotto dai Comuni esterni che conferiscono rifiuti a Cà Capretta, mentre il restante 30% andrà a carico dei Comuni soci del territorio.

Il problema dell’accantonamento era stato posto anche dalla Regione Veneto, consapevole che a fine ‘ciclo’ ogni impianto deve essere smantellato in modo corretto.

Nel caso i soldi non venissero accantonati, il rischio sarebbe che l’inceneritore, a fine vita, cesserebbe la sua attività con costi a carico del Comune che lo ospita. Un problema simile a quello che si era presentato a Sarcedo circa 5 anni fa, con la discarica Corsea, finita in stato di abbandono con il rischio di inquinamento della falda acquifera sottostante.

La vita dell’inceneritore di Cà Capretta, stimata in 35 anni a meno che non sia una ‘rivoluzione’ tecnologica che consenta all’impianto di durare di più, è destinata a completare il circolo con una fine programmata. Nessuna cattedrale nel deserto quindi, ma un prato verde che andrà a coprire il terreno e sarà realizzato in futuro, quando dell’inceneritore non dovrà rimanere più traccia.

A.B.

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