209 alberi osservati da vicino, studiati uno per uno, sottoposti a tecniche di analisi avanzate per capirne la reale stabilità. E 12 esemplari che, purtroppo, non potranno essere conservati perché oggi presentano un rischio di cedimento troppo elevato. È il quadro che emerge dalla campagna di monitoraggio del patrimonio arboreo pubblico conclusa nei giorni scorsi dal Comune di Schio.
L’indagine è stata affidata alla C.A.F. sas di Corrazzin C & C, che ha lavorato seguendo i protocolli della Società Italiana di Arboricoltura e applicando il sistema delle classi di propensione al cedimento. Si è partiti da un’osservazione visiva preliminare, necessaria per individuare difetti strutturali, anomalie del colletto, cavità, funghi carie o squilibri della chioma. Dove il controllo a vista non era sufficiente, gli arboricoltori hanno utilizzato strumenti specifici: tomografi sonici e resistografi per “leggere” l’interno del fusto e capire se il legno presentasse zone degradate, e soprattutto, per gli alberi considerati più a rischio, prove di trazione controllata, simulate con apposite corde e sensori per verificare come l’albero reagisse a una sollecitazione assimilabile a un forte vento.
L’obiettivo era quello di stabilire con la massima accuratezza quali piante potessero continuare a crescere in sicurezza e quali, invece, rappresentassero un pericolo.
Dall’analisi complessiva è emerso che la maggior parte degli esemplari conserva una buona stabilità, ma 12 alberi rientrano nella classe D, la più critica, che non lascia margini per interventi di recupero. Si tratta di piante distribuite in aree molto frequentate – strade, parchi, scuole – dove un cedimento improvviso potrebbe avere conseguenze gravi. La relazione indica in maniera puntuale dove si trovano: alcuni lungo Via Urli-Rovereto e Via Trento e Trieste, altri sull’Argine Boldoro, nel giardino dell’asilo nido Peter Pan, nell’area dell’autostazione e, in tre casi, nel cortile dell’Istituto Comprensivo Battistella. Un esemplare instabile è stato individuato anche a Parco La Valletta e un altro in Via Maraschin.
Tutte queste piante verranno rimosse nelle prossime settimane, nel periodo più adatto per intervenire e con le modalità che minimizzano l’impatto sulla fruizione delle aree pubbliche.
Accanto agli abbattimenti si apre però un capitolo altrettanto importante: la cura del patrimonio che resta. La relazione individua, infatti, decine di alberi che potranno essere messi in sicurezza con operazioni mirate – potature di alleggerimento, rimozione del secco, consolidamenti con tiranti e controlli ravvicinati – interventi che il Comune programmerà seguendo le priorità indicate dai tecnici.
Commenta l’assessore all’Ambiente, Alessandro Maculan: “Il monitoraggio ha riguardato venti diverse zone della città, dai parchi alle scuole, dalle aree residenziali ai viali alberati. Il risultato è una fotografia completa dello stato del verde pubblico, uno strumento prezioso per pianificare la manutenzione, la cura delle specie in sofferenza e le future sostituzioni laddove necessarie.
Questa campagna di controlli ci consegna, infatti, una conoscenza ancora più approfondita del nostro patrimonio arboreo e ci permette di intervenire con consapevolezza e precisione. La scelta di abbattere una pianta non è mai piacevole, ma quando viene certificato un rischio reale abbiamo il dovere di agire. Allo stesso tempo, la maggior parte degli alberi potrà essere mantenuta e rafforzata grazie a interventi mirati per tutelarne la salute e la stabilità, un atto dovuto per un patrimonio ambientale che è parte dell’essenza di Schio».