Schio ha ospitato ieri, la celebrazione provinciale del 4 Novembre, Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, alla presenza del Prefetto di Vicenza Filippo Romano, delle autorità militari e civili, tra cui il presidente della Provincia di Vicenza e il sindaco di Vicenza, delle associazioni combattentistiche e d’arma, del mondo scolastico e della cittadinanza. La cerimonia, voluta quest’anno dal Prefetto in forma itinerante nei quattro sacrari militari della provincia, ha scelto come prima tappa proprio Schio, custode del Sacrario Militare della SS. Trinità, nel giorno del centenario della sua inaugurazione (4 novembre 1925).
Il corteo è partito da Piazza Statuto per raggiungere il Sacrario dopo l’alzabandiera in Piazza Rossi, accompagnato dalla Banda del Liceo Musicale “Pigafetta” di Vicenza e dal Coro “Monte Pasubio” di Schio. Al Sacrario si sono svolti gli onori ai caduti, gli interventi istituzionali e la Santa Messa.
Nel suo intervento, il Prefetto Romano ha richiamato il senso profondo del 4 Novembre come monumento di memoria e ammonimento civile. Ha ricordato che il sacrificio dei caduti ha reso possibile l’unità nazionale e la libertà di cui oggi godiamo, sottolineando un patriottismo moderno, plurale, europeo e italiano insieme, fondato sulla responsabilità civica, sul rispetto delle istituzioni e sulla cura del bene comune.
Le parole del sindaco di Schio
Nel suo intervento ufficiale, il sindaco di Schio ha sottolineato il valore storico del luogo e della giornata: «È un onore essere oggi qui, nella nostra Schio, prima tappa del percorso provinciale voluto dal Prefetto. Una scelta che riconosce il significato profondo del nostro Sacrario e la storia che custodisce, ricordandoci che Schio, il Pasubio e queste montagne sono state luogo di sacrificio, dolore, ma anche di ricostruzione e speranza».
«La chiesa della SS. Trinità e quest’area furono durante la Prima Guerra Mondiale deposito logistico per armi, materiali e viveri. Terminato il conflitto, i caduti sepolti nei cimiteri provvisori delle nostre montagne vennero qui riuniti in un unico luogo di memoria collettiva. Il Sacrario venne inaugurato il 4 novembre 1925 e oggi custodisce le spoglie di oltre 5.300 caduti delle due guerre e della Resistenza: un patrimonio morale che ci impegna e ci onora.
Celebrare questa giornata significa ricordare chi ha perso la vita per il nostro Paese, le donne che sostennero le famiglie in assenza dei mariti e dei figli, i militari impegnati nelle missioni di pace, e tutti coloro che, in ogni epoca, hanno servito e servono la Repubblica. È un dovere che abbiamo verso il passato e verso le nuove generazioni».
Il sindaco ha poi richiamato i valori democratici e costituzionali: «Come ricordava il Presidente Ciampi, commemorare il 4 Novembre non significa glorificare la guerra, ma ritrovarsi uniti come italiani, impegnati nella pace, nel bene comune e nel rispetto della storia. La Costituzione ci dice che l’Italia ripudia la guerra, ma ci ricorda anche che difendere la patria è un dovere civico e morale. Libertà e pace si costruiscono ogni giorno, nelle famiglie, nel lavoro, nelle nostre comunità».
E ha concluso con un invito ai giovani e alla cittadinanza: «È dalla consapevolezza della nostra storia che nasce il senso di appartenenza e di responsabilità. Onorare i caduti significa impegnarci a essere cittadini attenti, rispettosi e solidali. Il tricolore che oggi invitiamo a esporre non è un simbolo formale, ma un messaggio di unità e di fiducia nel futuro».