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Schio. “Schio esca dallo Sprar”. Cioni esorta Orsi a dire definitivamente ‘no’ al governo

“Schio deve uscire dalla rete Sprar”. E’ questa la soluzione che il comitato Prima Noi, capitanato da Alex Cioni, identifica come unico modo per riuscire ad arginare ulteriori arrivi di richiedenti asilo nel comune di Schio.

L’esortazione arriva dopo che Cioni e i suoi hanno saputo direttamente dal sindaco Valter Orsi, che l’hotel Eden, pur essendo al momento  inagibile, è stato identificato dalla prefettura come centro di accoglienza straordinaria. Ed è proprio di questi giorni la notizia che, da Roma, è stata comunicata l’intenzione di far accogliere un numero più elevato di richiedenti asilo, da distribuire nelle varie regioni della penisola utilizzando proprio quella rete di collaborazione, lo Sprar, grazie al quale i sindaci collaborano con lo stato per garantire l’accoglienza diffusa dei migranti nel territorio. Questo ha decretato la presa posizione decisa di Prima Noi, che esorta il primo cittadino a togliere il comune dalla rete Sprar per far capire che per l’accoglienza e la tolleranza gestite in questo modo, non c’è più posto.

“A Schio siamo già a quasi 200 profughi – ha commentato Alex Cioni – Il sindaco Orsi ha confermato di non condividere le scelte del governo in merito all’accoglienza, ma ha anche confermato che la prefettura ha da tempo messo gli occhi sull’hotel Eden”. Cioni conferma di condividere la linea politica intrapresa dall’amministrazione scledense, ma critica la conferma dell’adesione del comune alla rete Sprar, la quale “è stata pensata come strumento di seconda accoglienza destinata a coloro che ottengono il permesso di soggiorno come rifugiati, quindi di persone che già sono titolari di una forma di protezione internazionale, non quindi per ospitare i falsi profughi che ogni giorno raccattiamo in mare”.

Secondo il portavoce del comitato, così facendo si sprecano risorse preziose snaturando il senso stesso del sistema di protezione i cui progetti di accoglienza prevedono misure di informazione, accompagnamento e assistenza attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico specifico per i rifugiati”.

PrimaNoi ritiene che il comune di Schio dovrebbe seguire l’esempio dell’amministrazione di Torrebelvicino, che è uscita dal sistema. “Utilizzando in questo modo la rete Sprar siamo all’ennesima presa per i fondelli delle autorità statali verso gli enti locali e i cittadini – ha commentato Alex Cioni – Questo deve comportare risposte determinate partendo dal rifiutare ogni tipo di collaborazione con gli organi dello stato. Tra l’altro il sindaco sa bene che lo Sprar non garantisce il rispetto delle ridicole quote stabilite dal ministero, quindi Schio se ne lavi le mani lasciando al prefetto e al governo, congiuntamente ai collaborazionisti privati, siano essi cooperative o società fittizie create ad hoc per incamerare soldi con l’affare dell’accoglienza, la piena responsabilità della gestione del problema. Saranno loro – ha concluso – a doverne rendere conto ai cittadini”.

A.B.

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