Continua il battibecco tra ‘nord’ e ‘sud’ sulla questione autonomia del Veneto. Che nel caso specifico è rappresentato dal rimpallarsi di messaggi tra il governatore del Veneto Luca Zaia e la senatrice napoletana 5 Stelle Paola Nugnes, che sul tavolo sbattono parole come ‘Costituzione’, ‘divario tra nord e sud’, ‘centralismo’, ‘federalismo’.

Concetti che, a poche settimane dal passaggio del tema ‘autonomia’ in consiglio dei Ministri per poi finire nelle Camere per essere approvata a maggioranza assoluta, appaiono assurdi perché dovrebbero essere già stati ampiamente superati.

La questione che è apparsa chiara dalle parole di Paola Nugnes infatti, è che lei, come probabilmente molti altri parlamentari, non sa che cosa dovrà (se dovrà) firmare da qui a breve.

Sono chiare le parole dette dalla senatrice Nugnes a Zaia il 21 gennaio scorso: “Non si può chiedere l’autonomia rafforzata per un territorio togliendo la parola a tutti gli altri. Ci eravamo illusi che ci avrebbe detto e documentato di più”. Paola Nugnes aveva poi lamentato una preoccupante mancanza di informazione su una proposta che “state elaborando alquanto segretamente” e di cui “il Parlamento dovrà prendere solo atto”.

Il tutto era nato per la voglia di stringere i tempi di Zaia sulla questione autonomia. Una richiesta oggettivamente fondata, visto che i veneti, che credevano di trovare l’autonomia sotto l’albero di Natale, sono ormai sulle spine e, nonostante non abbiano ancora compreso che l’autonomia di cui si parla ora non è quella promessa in campagna referendaria, comunque qualcosa lo vogliono. E a breve.

Difficile quindi capire il senso delle parole comunicate ieri da Luca Zaia a Paola Nugnes e perché si stia ancora parlando di costituzionalità e centralismo: “L’autonomia è nella Costituzione e non toglie niente al sud – ha scritto Zaia a Nugnes – Siamo stupefatti che una parlamentare della Repubblica Italiana muova critiche alla Costituzione, che è la legge delle leggi, affermando che l’autonomia non va bene. Per la proprietà transitiva deduciamo quindi che la Costituzione non va bene. Noi invece non stiamo facendo altro che chiedere l’applicazione dell’art. 116, comma 3, della Costituzione che dice che possiamo avere 23 materie e noi le vogliamo. Questo non significa né distruggere il Sud, né togliere risorse ad altri ma solo gestire le nostre risorse sul territorio. Possiamo dirci fortunati – continua Zaia – che lei non sia la voce ufficiale dei 5 Stelle. Chi li rappresenta, il vicepremier Di Maio, con correttezza sa di questo impegno e parla di autonomia. Ma se la senatrice Paola Nugnes continua ogni giorno a dire che l’autonomia provoca divari, o si trova probabilmente nel posto sbagliato, e quindi disconosce il contratto di governo, o peggio ancora non ha ben capito che cosa è scritto in Costituzione, perché è fuor di dubbio che oggi si vuole strumentalizzare la partita dell’autonomia facendo credere ai cittadini che sia l’origine di tutti i mali, ma non è così. E’ un dato di fatto che il Sud abbia un’economia che non va bene e un sacco di altri guai. Ma di ciò non può incolpare l’autonomia del Nord, visto e considerato che il Veneto, la Lombardia e l’Emilia Romagna non ce l’hanno ancora. Per cui siamo di fronte ad una contraddizione che è palese. Se questi comunque sono i toni – conclude Zaia – a questo punto rilancio la sfida alla sen. Nugnes: ci dica quel è la Costituzione che le va bene. Perché a tutt’oggi lei risponde alla legalità della Costituzione con l’illegalità delle sue contestazioni. Coerenza vorrebbe allora che lei mettesse nero su bianco come vorrebbe modificare la Costituzione. Così forse scopriremmo che ha in mente un modello di Stato che magari assomiglia di più ad una Repubblica centralista un po’ borbonica e complicata che ad una Repubblica federale, snella e rispettosa dei cittadini e delle loro esigenze”.

Anna Bianchini

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