Riceviamo e pubblichiamo integralmente

Negli ultimi mesi è emersa nel dibattito pubblico locale una sorta di “emergenza sicurezza” nel territorio dell’Alto Vicentino, ed in particolar modo a Schio.

A prendere parola in merito sono stati i vari comandanti delle forze dell’ordine, nonché il sindaco in prima persona. Ad accodarsi alle loro dichiarazioni, forse in odore di elezioni cittadine sempre più vicine, il solito Comitato PrimaNoi con i suoi proclami iper-securitari.

Nonostante viviamo in una delle province e in una delle città con il minor numero di reati, la loro ricetta è sostanzialmente una sola: pretendere più risorse, economiche e numeriche, per le forze dell’ordine.

Non è emerso in alcuna occasione un ragionamento che si differenziasse anche solo minimamente da queste richieste, che hanno in comune l’idea di tratteggiare un modello di “città caserma”.

I veri nodi della questione a nostro avviso sono ben altri.

La reale sicurezza di una persona non viene certo assicurata da più polizia, ma può essere garantita solo quando una città, un territorio, è reso vivo, attraversabile ed accogliente.

Quando svariate attività per famiglie, per giovani e meno giovani, vengono costruite e promosse con continuità.

Quando gli spazi cittadini non vengono abbandonati a sé stessi, destinandoli a “morte sicura”, ma vengono curati e diventano mezzi per relazionarsi, praticare solidarietà e costruire comunità.

E’ necessario rinforzare inoltre i finanziamenti ed i servizi nell’ambito sociale, che sono uno strumento per prevenire ed evitare l’emarginazione di alcune fasce di popolazione, sopratutto quella giovanile.

La costruzione di progetti dedicati ai giovani, di attività promosse per ragazzi e ragazze che oggi si ritrovano a vivere in una città sempre più spesso deserta (Schio) e in un zona troppo poco stimolante (l’Alto Vicentino), sono linfa vitale per il territorio stesso.

D’altra parte esiste anche una questione più profonda, per questo più difficile da far emergere, e che non viene nemmeno sussurata in mezzo ai “grandi proclami” che abbiamo sentito nell’ultimo periodo.

La sicurezza della salute, e cioè non essere avvelenati dall’aria o dall’acqua che quotidianamente respiriamo e beviamo.

Una sicurezza che manca, completamente, e che non è certo legata a qualche sporadico episodio di cronaca uscito su qualche testata locale.

Forse, invece che pensare solo a più polizia e al pugno di ferro, sarebbe importante capire che la reale sicurezza viene garantita attraverso una complessità di pratiche.

Quando il territorio viene reso vivo e attivo, solidale e sano.

In una parola quando quest’ultimo è in salute.

Csa Arcadia

Polisportiva Sans Papier

Collettivo Starfish

Anpi mandamento Val Leogra

Adl Cobas Schio

Coordinamento Studentesco Schio

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