Il Movimento 5 Stelle veneto prende le distanze da Zingaretti e dalla proposta di alleanza con il Pd per le regionali del 2020, atto politico forte messo in campo per creare un imponente fronte comune destinato a mettere in crisi la Lega alle prossime elezioni per i governatori, ma apre le porte ai civici, a patto che condividano le idee dalla base.

“Non abbiamo mai fatto alleanze con altri partiti e non abbiamo intenzione di iniziare adesso – commentano all’unisono Jacopo Berti, Erika Baldin, Manuel Brusco e Simone Scarabel – Ci opponevamo costruttivamente a Zaia quando c’era un contratto di governo con la Lega e continueremo a farlo ora che i 5 Stelle hanno siglato l’accordo di governo con il Pd”.

La coerenza prima di tutto, è il mantra che i ‘grillini’ veneti ripetono e che sono disposti a mettere in discussione solo nel caso in cui qualche lista civica si metta in gioco con idee uguali a quelle proposte dai 5 Stelle.

“Quel che accade a livello di parlamento e governo nazionale non incide in alcun modo sulla nostra politica – hanno continuato i pentastellati veneti – Quando si rimane coerenti con il proprio mandato, nessun cambiamento deve preoccupare. Rimaniamo a favore dell’autonomia, seria e concreta, libera dalla propaganda di parte. Siamo dalla parte della valorizzazione dei nostri giovani che scappano all’estero, di piani di gestione del turismo che non riducano Venezia a un parco divertimenti, di un’agricoltura sostenibile e di un’economia circolare che preservi un ambiente sano per i nostri figli.

Siamo e rimaniamo contro la cementificazione selvaggia, lo scempio del territorio, gli appalti milionari inutili che bruceranno tutti i risparmi eventuali dell’autonomia. Se accade che qualcun altro si ritrovi sulle nostre posizioni, ben venga, da quando esiste il Movimento siamo abituati a vedere altri farsi belli con le nostre proposte”.

La proposta del segretario del Pd Nicola Zingaretti era stata chiara fin da subito: fare fronte comune compatto tra i 2 nuovi alleati di governo in tutte le regioni d’Italia che andranno ad elezioni, unico modo coordinato per dare filo da torcere a Lega e alleanze di centro destra. Ma dal Veneto arriva un ‘no’ secco dai pentastellati.

“Le alleanze nelle regioni? Ne ha accennato in due righe di lancio di agenzia solamente il segretario dem Zingaretti, nessuno ha fatto il minimo cenno nel Movimento 5 Stelle. Men che meno abbiamo intenzione di parlarne noi: si parla di quel che esiste – spiegano i ‘grillini’ da Venezia – Lo stesso concetto di alleanza è cosa da politicanti e quindi ci è estraneo. Noi ragioniamo in termini di impegni precisi per costruire un qualcosa di nuovo. Di volta in volta chi vuole unirsi è benvenuto ma si tratta di collaborare per un risultato utile ai cittadini. Ne sta parlando qualcuno nella Lega, forse per nascondere qualche loro difficoltà, visto che, ad esempio, dovranno spiegare ai veneti perché in 14 mesi di governo, con Salvini protagonista quotidiano della comunicazione, non sia riuscito a far votare l’autonomia. Forse perché era troppo impegnato a cercare voti nelle spiagge del sud e i veneti se ne sono ben accorti”.

Sul governo appena nato, i pentastellati veneti si esprimono concentrandosi sul loro partito: “Gli altri vanno e vengono, firmano contratti e poi scappano, si rifanno vivi e regalano poltrone importanti pur di non lasciare i ministeri. Il Movimento 5 Stelle nasce alternativo al sistema dei partiti, ecco perché non ci uniamo a nessuno, ma rimaniamo noi soli ad assumerci la responsabilità di governare il Paese, come ci hanno chiesto gli elettori nel marzo del 2018. Non abbiamo paura dei sondaggi, né del voto. Abbiamo paura di lasciare il paese, in mano a chi ha dimostrato la sua vera natura in decenni di politica di affarismi e inefficienze mettendo sempre al primo posto gli interessi di partito a discapito dei cittadini”.

A.B.

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