La Regione pensa ai figli delle vittime di femminicidio.

La Giunta regionale del Veneto, su proposta dell’assessore al Sociale Manuela Lanzarin, ha stanziato un milione e mezzo di euro per i minori che hanno perso uno o entrambi i genitori in circostanze naturali e da quest’anno anche violente. “La Regione ha raddoppiato le risorse  del fondo di emergenza per gli orfani, in modo di poter assicurare un contributo a tutti i nuclei a basso reddito con figli, quando venga a mancare un genitore – ha spiegato l’assessore – Da quest’anno abbiamo previsto un assegno più sostanzioso per quei bambini o ragazzi che perdono entrambi i genitori e un contributo per gli orfani delle vittime dei femminicidi”.

Istituito per la prima volta due anni fa per far fronte a casi di grave impatto sociale, il fondo per gli orfani ha potuto contare, nel suo primo anno di esercizio, su una disponibilità finanziaria di un milione di euro, rivelatisi però insufficiente per fronteggiare le 1116 richieste avanzate da 271 comuni. Inoltre, la casistica della richieste si è fatta sempre più complessa e drammatica: bambini che hanno perso entrambi i genitori (in origine la legge regionale aveva previsto contributi solo per i minori orfani di un solo genitore) e, nuova emergenza,  i figli delle vittime di violenza. “Il contributo regionale è una misura di sostegno rivolta ai nuclei che si fanno carico del mantenimento di questi ragazzi fino al compimento della maggiore età, indipendentemente dall’assolvimento dell’obbligo scolastico – ha sottolineato Manuela Lanzarin – Anche questa misura, introdotta per la prima volta in questa legislatura, contribuisce alla rete di interventi strutturali per aiutare le famiglie con figli, in particolare quelle più sfortunate perché colpite dalla perdita di uno o entrambi i genitori”.

Avranno  priorità nell’assegnazione del contributo gli orfani di vittime di femminicidio, i nuclei con più minorenni o dove sia presente un minore disabile e i nuclei a basso reddito (reddito Isee non superiore ai 20 mila euro, rilevato dopo il decesso del genitore). Tra i criteri di priorità è prevista anche la residenza nel territorio del Veneto da almeno due anni.

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