Il disegno di legge che porta la prima firma del senatore leghista Simone Pillon (il ddl 735 depositato in Commissione Giustizia al Senato) che vuole regolare diversamente le separazioni e il relativo affido dei figli nei divorzi e nelle separazioni  sarebbe stato “archiviato” su La7 questa mattina durante il programma Omnibus dal sottosegretario alla presidenza con delega alle Pari Opportunità (in quota cinquestelle) Vincenzo Spadafora.  Questa Riforma, ancora viva, sarà, dice il sottosegretario, oggetto di un altro testo di legge unificato ad altri e scritto ad un nuovo tavolo fra le due forze di governo con la presenza anche delle opposizioni. Gli risponde il senatore Romeo della Lega che lapidario afferma: “sull’affido condiviso è molto chiaro, a partire dalla permanenza dei figli con tempi paritari tra i genitori. Il ddl Pillon, che è firmato anche dal M5s, rispecchia il contratto, il testo si può migliorare e probabilmente un testo base unico farà sintesi con le altre proposte, ma non si può archiviare il contratto”. Con una voce documentata replica anche il consigliere comunale M5S Andrea Maschio di Trento il quale smentisce quanto dichiarato da Spadafora. In un video contenente diversi particolari sulla regolare prosecuzione dei lavori del ddl 735,  Maschio conferma ogni impegno sponda M5S e spiega i motivi tecnici della riunione del testo di Pillon con altri che trattano l’affido ed altri punti importanti sul diritto di Famiglia.

Maschio dice: “Abbiamo avuto rassicurazioni sul fatto che nulla è stato fatto per rallentare il ddl, è vero che qualcuno dei senatori ha tolto la firma e se ne assume ogni responsabilità di fronte agli elettori, la riunificazione dei testi era cosa nota da oltre un mese e Spadafora non ha scoperto nulla di nuovo”. “Dopo le sue uscite di oggi ho fatto delle verifiche, sentendo direttamente esponenti in Senato dove mi è stato detto che il lavoro non è rallentato di una virgola” conclude Maschio nel suo video.

L’affido condiviso dei figli

La riforma proposta da Pillon si pone l’obbiettivo di disciplinare in modo più dettagliato e stringente il diritto di famiglia così come previsto dal punto di  contratto di governo fra Movimento e Lega. Più precisamente l’obbiettivo sull’accordo scritto recita: “nell’ambito di una rivisitazione dell’istituto dell’affidamento condiviso dei figli, l’interesse materiale e morale del figlio minorenne non può essere perseguito se non si realizza un autentico equilibrio tra entrambe le figure genitoriali, nel rapporto con la prole. Pertanto sarà necessario assicurare la permanenza del figlio con tempi paritari tra i genitori, rivalutando anche il mantenimento in forma diretta senza alcun automatismo circa la corresponsione di un assegno di sostentamento e valutando l’introduzione di norme volte al contrasto del grave fenomeno dell’alienazione parentale. È necessario riorganizzare e semplificare il sistema delle adozioni nazionali e internazionali”.

In breve il disegno di legge prevede la mediazione obbligatoria per chi si separa (gratuita la prima seduta) per verificare l’esistenza di un accordo sia sull’affido dei figli che sul mantenimento degli stessi, qualora tale accordo non ci fosse la prescrizione giudiziale di tempi paritari fra madre e padre con i figli (con un minimo di 12 pernotti al mese, ad esclusione di accordi diversi o di impossibilità di una delle parti o per cause di legge ostative a carico di uno dei genitori, inclusi i casi di violenza), mantenimento diretto (che significa per il tempo che il figlio sta con me  sono obbligato a provvederne in tutti i suoi bisogni materiali, ad esclusione delle spese straordinarie ripartite egualmente fra i genitori e comunque tutto sempre in modo proporzionale ai redditi), aggravamento delle sanzioni per chi non rispetta le ordinanze dei giudici o chi produce l’odioso fenomeno della disaffezione con plagio (cosiddetta alienazione parentale) di un genitore all’altro, fino alla perdita dell’affido.

Dopo oltre 100 audizioni in Commissione Giustizia, ascoltate decine di associazioni di genitori separati, psicologi, mediatori, gruppi femministi, portatori di interessi vari (giammai i bambini beneficiari unici e finali di una eventuale buona legge), questo provvedimento sembra l’ostaggio preferenziale  nello scontro politico fra Movimento e Lega sul terreno dei diritti civili e sociali. L’ala più “progressista” governativa fa capo al sottosegretario Spadafora che in questi giorni, durante lo svolgimento del Congresso sulla Famiglia a Verona, si è scatenato “urbi et orbi” anche sulle tv sfidando le posizioni espresse dal vicepremier leghista Salvini in più di un’occasione. Arrivando ad annunciare  il patrocinio governativo per il 17 maggio della giornata internazionale dei diritti Lgbt e contro l’omofobia e transfobia.  Tutto questo mentre in Italia stime affidabili riportano di circa 200 padri separati che si suicidano ogni anno (4 milioni in difficoltà e 800.00 in gravi condizioni di incapienza , spesso costretti alle mense dei poveri), per la sottrazione di fatto dei figli e le difficoltà economiche indotte da una ingiustizia separativa che richiederebbe urgenti provvedimenti fuori dai giochi delle parti politiche o ideologiche.

L’uomo fidato di Di Maio proviene da una carriera politica fulminante, dapprima tutta fuori dal Movimento: è stato segretario particolare di Losco quando con l’Udeur era presidente della Campania, nella segreteria di Alfonso Pecoraro Scanio, capo  segreteria di Rutelli e poi anche con Fini e Schifani garante dei diritti per l’infanzia e adolescenza. Solo dal 2016 nello staff di Di Maio (responsabile relazioni istituzionali) fino alla scalata dello scorso anno, prima eletto come deputato in Campania nel collegio uninominale di Casoria (indicato dal responsabile politico Di Maio , fuori dal filtro delle primarie sul blog) e poi incaricato come sottosegretario alla Presidenza con delega alle Pari Opportunità.

Giuseppe Scarcella

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