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Thiene. Giù le mani da lupo: “La ripopolazione è dovuta all’allontanamento dell’uomo”

La ripopolazione dei boschi dovuta all’allontanamento dell’uomo dalla montagna e la natura che torna padrona del suo territorio è alla base dell’aumento dei mammiferi e, di conseguenza, del lupo che li preda.

Un’analisi decisa, emersa da un incontro organizzato dal Lions Club Thiene Host con il generale Isidoro Furlan ed il professore Renato Semenzato, comandante provinciale del Corpo Forestale e generale di Brigata dei Carabinieri il primo e professore accreditato per il progetto  ‘LifeWolfAlps’ per la prevenzione delle predazioni da lupo sulle attività allevatoriali di bovini e ovini il secondo.

Esperto nella prevenzione degli incendi boschivi, nella protezione della fauna selvatica e nella sicurezza agroalimentare, il generale ha voluto sottolineare con una denuncia le illecite attività di bracconaggio verso uccelli già fortemente colpiti dall’ inquinamento.  “Il bracconaggio è particolarmente diffuso nelle provincia di Brescia, in particolare in Val trompia e Val Sabbia, ma anche nel Vicentino – ha spiegato – Bambini e adulti devono essere rispettosi dell’ambiente, solo così lo si puo’ salvaguardare”.

Nel 2018 il Generale ha inaugurato all’Orto Botanico del Nevegal con un’esposizione permanente di trappole confiscate ai bracconieri di tutta Italia. Un percorso storico-didattico per la lotta contro il fenomeno del bracconaggio: “Uomini dal Dna graffiato – li aveva definiti il generale – intenzionati a catturare di frodo uccelli, ungulati e tutti gli altri tipi di animali selvatici che vivono nei boschi e sui monti del nostro Paese. I carabinieri saranno sempre attivi contro il bracconaggio e speriamo che la gente, vedendo questi strumenti di tortura, possa aiutarli con delle segnalazioni in caso di avvistamento”.

Renato Semenzato, laureato in Scienze Biologiche, collabora e coordina progetti con Regioni, Province e Parchi Nazionali.

“Sono le trasformazioni socio economiche che hanno portato ad un esodo dalle zone montane provocando un aumento della superficie boschiva arrivando quest’anno a coprire il 36,4% della superficie nazionale, circa 10,9 milioni di ettari – ha sottolineato – Così anno dopo anno la natura si riappropria dei suoi spazi, gli alberi invadono le zone abbandonate e riprendono possesso di aree che una volta erano coltivate che ora a causa delle migrazioni verso le città, restano disponibili per la natura per crescere e ricreare boschi e foreste. Si genera di conseguenza un aumento di mammiferi, di camosci, caprioli, lupi che si incamminano lungo i corridoi naturali anche verso centri abitati ricchi di avanzi alimentari. Il lupo è tornato spontaneamente a popolare le nostre montagne. Fondamentale è per gli allevatori creare dei centri di formazione, come ci sono in Svizzera, per un confronto tecnico sulle migliori strategie di difesa dalle predazioni e per definire gli strumenti di prevenzione più adatti a ciascuna situazione (ricovero del bestiame, tipo e dimensione delle recinzioni elettrificate forniti gratuitamente , uso di cani da guardiania). Dev’esserci una mediazione culturale – ha concluso il professore – Bisogna spiegare a chi vive sul posto che cos’è il lupo e cosa fa. In Lessinia è un problema, ma dove c’è un numero alto di ungulati e cinghiali, il lupo può però diventare una risorsa. Il professore mette in evidenza come il lupo da 200 anni non attacca l’uomo”.

di Redazione Thieneonline

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