A 43 anni, Matteo Dainoli, insegnante di autoscuola di Valli del Pasubio, ha deciso di seguire una vocazione nata fin da bambino: prendersi cura degli animali. Oggi, con qualche cliente già fidelizzato, sogna di fare del pet sitting a domicilio la sua professione definitiva. Gli piace il suo lavoro di istruttore nelle autoscuole di Piovene e di Velo d’Astico, ma c’è qualcosa di viscerale che quasi condiziona la sua vita.
«Sono cresciuto con cani e gatti – racconta – per me non sono solo animali, ma parte della famiglia. Se un padrone, anche temporaneamente, non può occuparsene, è giusto che lo faccia qualcuno preparato. E senza strapparli dal loro ambiente». La particolarità di Matteo è infatti il servizio “a domicilio”: niente pensioni, niente gabbie. Va direttamente a casa del cliente per garantire all’animale di restare nel suo spazio sicuro, la propria “comfort zone”. Ma il suo non è un approccio improvvisato. Matteo è un addestratore certificato, a ottobre conta di formarsi sul primo soccorso e collabora con lo studio veterinario Summano, al quale si rivolge se cani e gatti di cui si prende cura hanno un’emergenza. Inoltre, è regolarmente assicurato, segno che prende il suo lavoro molto sul serio ed emblema del suo rigore professionale.
«Con gli animali ci vuole empatia – spiega – ma anche preparazione. È un settore delicato: bisogna essere formati e responsabili».
Alla domanda sul perché preferisca il pet sitting alla pensione, è netto: «I prezzi delle pensioni sono spesso alti, e molti titolari gestiscono più animali alla volta. Non è la stessa cosa di un’assistenza mirata e personalizzata. Soprattutto per i gatti, che hanno bisogno di silenzio e spazi propri”.

Un consiglio per chi cerca un pet sitter?
«Verificate che abbia un attestato riconosciuto, che non lo faccia solo per soldi e che lo conosciate di persona. Avere qualcuno che entra in casa e si prende cura del vostro amico a quattro zampe richiede fiducia e amore autentico».
Che difficoltà riscontra nel suo lavoro?
C’è ancora tanta diffidenza nel farti entrare in casa, i padroni spesso non hanno consapevolezza dell’importanza di lasciare cani e gatti nel loro habitat. Portarli in una pensione significa rischiare di scioccarli e procurargli un senso di abbandono che renderà drammatico il loro soggiorno nella struttura.
Se Lei e la famiglia non vi conoscete come inizia il rapporto?
Con un incontro, che deve servire a creare quel feeling necessario per instaurare il rapporto con l’animale e la famiglia. Il primo incontro solitamente è gratuito.
A proposito di costi, Lei è caro?
Assolutamente no, il mio tariffario è più conveniente di quello delle strutture.
Quando si parla di animali, esseri che entrano a far parte delle nostre famiglie a pieno titolo, di chi bisogna diffidare?
Di chi non ha i titoli e si improvvisa a fare un lavoro per il quale ci sia qualche attestato rilasciato da associazioni autorevoli. La competenza non basta.
di Redazione AltovicentinOnline