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Case di riposo. I figli diventano ‘badanti’ per contare sulla pensione degli anziani

Il tempo delle liste di attesa per le case di riposo è finito. Lo confermano l’Ulss 4 come portavoce della situazione generale dell’Alto Vicentino, e lo riconferma Paolo Mantese, direttore della casa di riposo Opera Immacolata Concezione di Thiene e di Asiago.
La sistemazione del congiunto malato in casa di riposo, cioè quella soluzione che fino poco tempo fa veniva considerata efficace e pratica dai familiari di un malato bisognoso di costanti cure e attenzioni, ora viene vissuta in molti casi come una soluzione troppo costosa. E molte famiglie decidono di trasformarsi in ‘badanti’ tenendo il congiunto malato in casa.

Le quote mensili delle case di riposo sono date da due fattori che compongono ognuno circa il 50% del totale: la quota alberghiera, cioè vitto e alloggio, che è interamente a carico del paziente, e la quota assistenziale a carico dell’Ulss.
Il totale mensile che un paziente ricoverato deve sborsare ogni mese per la sua permanenza e le cure nella struttura, oscilla tra i 1.500 e i 2.000 euro, a seconda del grado di disabilità del malato, del tipo di servizi a pagamento che decide di sostenere (ad esempio parrucchiere e lavanderia), di stanza dell’ospite, e del tipo di struttura della casa di riposo.
Presto fatto il conto. Quello che alcuni considerano una spesa, per altri può trasformarsi in una fonte di reddito.
‘In questo momento economico particolarmente difficile – ha spiegato Mantese – in cui tanti perdono il lavoro e si ritrovano senza fonti di reddito, la pensione di un congiunto malato, rinforzata dalla quota pensionistica relativa all’invalidità, può garantire un’entrata mensile a molte famiglie’.

Spiegato quindi il motivo per cui le liste d’attesa delle case di riposo non esistono praticamente più, e spiegato anche il motivo per cui il fenomeno delle badanti straniere (che percepiscono a loro volta stipendio e contributi e hanno diritto a ore e giorni di riposo) risulta essere in calo.


‘La figura della badante può essere una buona soluzione quando il paziente ha bisogno di assistenza, ma è a tutti gli effetti autosufficiente – ha spiegato Paolo Mantese – perché solo con l’autosufficenza il ‘paziente’ mantiene una vita sociale. La badante, che spesso non parla italiano e non interagisce con la società che circonda il suo assistito, tende ad isolare la persona e a circoscriverla nella sua casa di residenza, e se il paziente non è indipendente è destinato a ritrovarsi tra letto e sedia a rotelle in totale solitudine. Oltre a questo, la badante non è mai una soluzione a tempo pieno’.
Mantese si vede titubante anche nella gestione familiare del paziente, soprattutto in casi di patologia grave o destinata a peggiorare. ‘Capisco benissimo che il costo delle case di riposo non sia un’inezia – ha sottolineato – però si deve tenere presente che la casa di riposo è una soluzione definitiva che lascia totale libertà di azione e riposo alla famiglia del degente. Un malato può trovarsi in una situazione di emergenza – ha continuato – che la famiglia non può gestire da sola, inoltre, per chi ha un malato in casa non esistono sabati e domeniche, serve organizzazione per uscire a mangiare la sera, e per organizzare ogni tipo di vacanza’.
Viene da chiedersi cosa ci si può auspicare per il prossimo futuro, in cui le pensioni medie si prevede saranno sempre più basse, la popolazione sembra avere sempre meno riciclo generazionale, e le case di riposo vedranno le loro rette aumentare con l’adeguamento al costo della vita che non rimane in linea con le tasche dei cittadini.
Anna Bianchini

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