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Cornedo. La denuncia di sfruttamento di chef Youri Zaupa: ” 80 ore a settimana per 200 euro al mese”

Youri Zaupa ha denunciato su Facebook di essere stato pagato 200 euro al mese da settembre a giugno per 80 ore settimanali di lavoro. In poche ore la notizia è diventata virale. Una paga di 200 euro al mese per lavorare 80 ore settimanali e gestire in autonomia tutta la cucina. Questo mette nero su su bianco il ragazzo, che, descrive condizioni di lavoro estenuanti e soprattutto, che andrebbero valutate legalmente.  La  denuncia è durissima e racconta del perché si è deciso ad alzare la testa dopo aver lavorato per 9 mesi in condizioni di sfruttamento a Cornedo . “Mi è stato risposto che i giovani vanno sfruttati”,  ha raccontato in un post ripreso da Il Gazzettino di venerdì 26 agosto. La notizia è stata poi riportata da altre testate nazionali e l’indignazione sui social si è scatenata. Quanto denunciato dal noto chef, che a soli 23 anni è un talento dei fornelli, fa venire i brividi. Un nutrito curriculum professionale, Zaupa si è diplomato all’istituto  alberghiero di Recoaro.

Il racconto

“Nel mese di settembre 2021 comincio la mia nuova esperienza in un locale di recente concezione a Cornedo Vicentino. Propongo la mia cucina, con il mio punto di vista sulla cucina veneta, o più in generale, mediterranea. Il mio unico requisito? Essere in regola e avere un contratto che mi permetta di vivere serenamente, per il resto a me basta cucinare – scrive il giovane chef di Cornedo Vicentino –  Per i primi 4 mesi decido di accettare un contratto ridicolo: 16 ore part-time, nonostante il mio monte ore settimanale si aggirasse intorno alle 80. Stringo i denti: dopotutto ho cominciato la gavetta all’età di 14 anni. Mi faccio prendere dalla novità, il posto mi piace e acconsento, ancora una volta, alle condizioni del titolare: mantenere basse le spese per il personale per i primi 4 mesi e poi alzare le retribuzioni e pensare di offrirmi un contratto a tempo indeterminato. Naturalmente non è andata così: da gennaio a giugno 2022 vengo pagato 100-200€ al mese, su mia richiesta ovviamente, poveraccio, “mica ti spetta la busta paga di diritto”.
Da tenere a mente: 80 ore settimanali, cucina gestita solo da me, dalla colazione alla cena. Avrei dovuto fermarmi alla prima mensilità mancata? Ovviamente.  C’è da aggiungere un particolare: nei sogni dentro al cassetto c’era anche quello di portare avanti una cucina personale, diversa dagli schemi della vallata legati alla tradizione, proponendo ingredienti familiari serviti con tutta la passione e l’esperienza che ho accumulato in questi (pochi) anni! E ci stavo riuscendo, quello che ho fatto è piaciuto, basti guardare le recensioni del locale. Il 90% parla di me o della mia cucina. Anche i numeri sono positivi al riguardo, il ristorante era una macchina di denaro che andava avanti senza benzina! Infatti, mica mi pagava. La stessa passione che mi ha accecato per 6 mesi senza una busta paga mi ha portato a cercare lavoro altrove. Immaginate la faccia del titolare quando ho comunicato la mia partenza: tradito, preso per i fondelli, i giovani sono inaffidabili. Queste sono le parole da lui usate. Il suo problema era non avere più nessun pilastro su cui far affidamento per pagare i propri debiti.
Sono durato poco più di 9 mesi nel suddetto locale e ne ho sentite di tutti i colori, le migliori: “I giovani vanno sfruttati, non ho mai preso più di 1200€ al mese quindi non li prenderai nemmeno te, poco importano le tue capacità”. “Non voglio gente del sud, non fanno un cazz* e son sempre in malattia”.  “Non voglio ragazze che convivono con il moroso, perché tanto vanno subito in maternità e mi tocca mantenerle”. “Fosse per me 4 mori in tutto il ristorante e ‘ndemo avanti, così li pago poco”. “Le tose non sanno fare un cazzo, per fortuna che sono di bella presenza e coccolano la clientela”.  “Vivi con i tuoi quindi posso non pagarti questo mese”. Borghese ci ha visto lungo – conclude Youri Zaupa –  i giovani non hanno voglia di lavorare e, dopo questa esperienza, io sicuramente ne ho persa un po’.
Chissà quante storie di questo genere esistono e quanta complicità nel silenzio di chi non ha avuto lo stesso coraggio, la stessa dignità e la stessa personalità di Youri Zaupa. E adesso ci aspettiamo una bella vertenza di lavoro con condanna esemplare e risarcimento da capogiro.
N.B.
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