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Fisco: Cgia, addizionali Irpef costeranno agli italiani 3,5 mld

Gli aumenti a livello comunale e regionale delle addizionali Irpef dovrebbero costare ai contribuenti italiani almeno 3,5 miliardi di euro. Palermo, Torino, Genova e Venezia (che pero’ ha salvaguardato i redditi piu’ bassi) le citta’ piu’ colpite dagli aumenti Mentre continuano a crescere, i portafogli dei contribuenti diventano sempre piu’ leggeri.

Stiamo parlando degli effetti economici dovuti all’aumento delle aliquote delle addizionali comunali e regionali Irpef che, secondo una stima della CGIA di Mestre, dovrebbero costare agli italiani almeno 3,5 miliardi di euro.  I conti fatti dalla CGIA fanno riferimento a due provvedimenti di legge presi l’anno scorso: il primo dal Governo Berlusconi, che ha consentito ai Sindaci di aumentare l’addizionale comunale Irpef sino al valore massimo dello 0,8%; il secondo dal Governo Monti, che con il decreto “salva Italia” ha maggiorato dello 0,33% l’addizionale regionale Irpef. Se la prima misura dovrebbe portare nelle casse comunali un gettito aggiuntivo oscillante tra 1,3/1,5 miliardi di euro, la seconda, stando alle previsioni dell’Esecutivo in carica, assicurera’ alle Regioni un incasso di 2,2 miliardi di euro, garantendo un gettito complessivo di almeno 3,5 miliardi di euro. Se l’aumento dell’addizionale comunale si fara’ sentire su pensioni e buste paga solo a partire dal 2013, gli incrementi a livello regionale, invece, li stiamo pagando dal gennaio di quest’anno. In questa elaborazione, fanno notare dalla CGIA, non si e’ tenuto conto che per l’anno in corso due Regioni (Liguria e Toscana) hanno ulteriormente ritoccato all’insu’ l’addizionale regionale Irpef. “Ho l’impressione – dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre – che i Sindaci e i Presidenti di Regione siano diventati dei moderni gabellieri. Tra l’introduzione dell’Imu e della tassa di soggiorno, gli aumenti apportati all’Irpef, alla Tia/Tarsu alle accise sulla benzina, etc. gli amministratori locali sono stati spinti dagli ultimi esecutivi a mettere le mani in tasca ai propri concittadini. Per fortuna molti di questi hanno agito con responsabilita’, chiedendo di piu’ ai ricchi e meno alle fasce sociali piu’ deboli”.(ansa)

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