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“ I dati sconfessano Zaia: non è la scuola la causa dei contagi”

 

“Zaia sarebbe pronto a chiudere la scuola, a prescindere dal fatto che il Veneto è ancora in zona gialla e dai criteri che il CTS sta elaborando. Curioso che faccia sempre il rigorista con la scuola ma non con le attività economiche a lui vicine. Comprendiamo le richieste di ripartenza delle attività, ma non possiamo accettare che il conto venga pagato dagli studenti e le loro famiglie”.

“Ci sono tante questioni da affrontare relativamente alla scuola prima di pensare a una chiusura drastica. – afferma Gianmarco Luu, coordinatore di +Europa Treviso – Ad esempio, ancora in tante scuole non si misura la temperatura all’ingresso. È poi necessario continuare a informare e sensibilizzare il personale per incrementare il numero delle adesioni alla campagna vaccinale. Pensare di chiudere le scuole in zona gialla, con i ragazzi liberi di muoversi tra bar e centri commerciali, sarebbe un vero paradosso. Senza contare le difficoltà che riscontrerebbero le famiglie, magari obbligate a lasciare i figli con i nonni, che rappresentano la fascia della popolazione più a rischio”.

“Zaia sembra considerare la chiusura della scuola come soluzione a tutti i mali, inventandosi correlazioni senza alcun fondamento scientifico. – aggiunge Silvia Nalin di +Europa Venezia – Da tutto questo se ne deduce che il fine di Zaia non è certamente la salute dei cittadini, quanto aumentare la sua visibilità e tutelare i suoi rapporti. Il tutto a discapito dei veneti. Si guardi Venezia, immagine dell’assurdo: chiuse le scuole chiusi i teatri, ma resse alcoliche a tutto spiano senza gestione dei flussi che si assembrano solo in alcune zone della città”.

‘Se autonomia è responsabilità, Zaia chiuda le scuole’

“Il dato saliente che emerge con il nuovo Dpcm è la facoltà che viene data alle Regioni che si trovano in zona arancione o gialla di chiudere le scuole una volta superato il numero di 250 contagiati ogni 100mila abitanti. Una scelta di responsabilità che non dovrebbe trovare la contrarietà di chi, come il presidente Zaia, ha sempre rivendicato autonomia. A Zaia, con altrettanto senso di responsabilità e nell’auspicio che non ci si debba trovare nella condizione di superamento del parametro, vogliamo ribadire l’idea che la chiusura delle scuole deve rappresentare l’extrema ratio”. A dirlo, i Consiglieri regionali del Partito Democratico Veneto, con il Capogruppo Giacomo Possamai, assieme a Vanessa Camani, Francesca Zottis, Andrea Zanoni, Anna Maria Bigon e Jonatan Montanariello, a proposito delle anticipazioni sul nuovo Dpcm.

“Prima di arrivare a questa decisione, fortemente penalizzante per intere generazioni di giovani e per le loro famiglie – aggiungono i Consiglieri – vanno praticate tutte le strade che consentono di rafforzare le misure di controllo e prevenzione per quanto riguarda gli assembramenti. Anche per questo chiediamo un report alla Regione sui luoghi di maggior contagio e sui nuovi focolai per capire se le restrizioni messe finora in campo siano o meno sufficienti e quale sia la reale incidenza delle scuole. In ogni caso gli assembramenti ai quali abbiamo assistito in tutto il Veneto nel corso dello scorso weekend sono inammissibili. E Zaia, che ha potere sovraterritoriale, ha il dovere di scongiurarli, in stretto lavoro di collaborazione con gli enti locali”.

“In questa delicatissima partita – continuano i Consiglieri dem – su una cosa possiamo essere d’accordo con Zaia, ovvero il fatto che il parametro dei casi per abitante penalizza le regioni che fanno più tamponi. Ma al tempo stesso non possiamo, sempre nella prospettiva di un malaugurato scenario da impennata di contagi, non far presente che la scelta delle chiusure delle scuole trascinerebbe a cascata un gigantesco fronte di problemi di gestione familiare”. “Questo significa che, parallelamente alle misure di sostegno che dovranno arrivare dal Governo per evitare di lasciare in balia di loro stessi genitori e figli – concludono i Consiglieri – anche il Veneto deve tenersi pronto, garantendo, in caso appunto di extrema ratio, aiuti concreti di fonte propria alle famiglie. A nostro avviso autonomia e responsabilità vanno declinate in questo modo”.

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