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Il marito si ammala, la moglie diventa carpentiere: la storia d’amore e di uguaglianza di Mirka e Fausto

La storia di Mirka e Fausto non appartiene al territorio dell’Alto Vicentino, ma è la storia di quello che, a nostro avviso, dovrebbe essere nel cuore di ognuno di noi. Una storia che non parla solo di amore e responsabilità famigliare, ma racconta una uguaglianza di genere manifesta, dettata dalla necessità certo, ma accettata soprattutto grazie all’amore.

In breve: Fausto si è ammalato di leucemia e deve stare a casa e Mirka, che con Fausto ha 4 figli, fa la carpentiera al posto suo e manda avanti l’azienda. Siamo a Lavis, in provincia di Trento.

E’ Fausto, orgoglioso di sua moglie, a raccontare a L’Adige la storia della sua favolosa moglie: “Lei non lo sa, ma quando tornavo dall’ospedale la sentivo piangere in silenzio. Dove trovi la forza per fare quello che fa rimane per me un mistero”.

Mirka Perenthaler e Fausto Calliari hanno 46 e 53 anni e 4 figli tra i 25 e gli 11 anni. Insieme, nel 1996, hanno fondato un’azienda di carpenteria in legno che dal 2009 opera in un capannone tra Lavis e Zambana.

Una famiglia unita e serena, fino a che la vita ha deciso una prova difficile: Fausto si ammala di leucemia. La scopre a causa di un dolore alla schiena, la mette al muro grazie ad un trapianto di cellule staminale di una delle sue sorelle, ma deve continuare con le cure, con le sedute all’ospedale di Bolzano. Un omone di due metri che deve fare i conti con allergie, debolezze e orari scanditi dalle cure.

Mirka è lì e decide di prendere in mano la situazione. Come solo una donna sa fare (permetteteci questo slancio, è provato sulla nostra pelle, n.d.r.).

Ragioniera, decide di fare quello che faceva il suo Fausto: il carpentiere.

A raccontare la storia di Mirka è proprio Fausto, che come regalo di compleanno per la moglie, per esprimerle tutto il suo amore ed un enorme ringraziamento, ha contattato la testata trentina L’adige per raccontare la loro storia: “Lei non lo sa, ma io quando tornavo a casa dall’ospedale la sentivo piangere in silenzio nel letto – ha ricordato Fausto con gli occhi lucidi –. Io sono uno che non si è mai tirato indietro quando c’era da lavorare duro, anzi. Dove però trovi lei la forza per fare quello che fa rimane per me un mistero”.

Sveglia alle 3, lavori di casa fino alle 5.30 e alle 6, svegliati i ragazzi per la scuola, lei inizia a lavorare con il figlio maschio più grande, Riccardo. “Lo fa di filato fino alle 16, e il più delle volte sui cantieri, con la sua cintura a doppia borsa attaccata alla vita, a montare tetti o case in legno, maneggiando sparachiodi, motosega, circolare e tappatrice – ha raccontato Fausto orgoglioso –. Non so dove trovi le forze. Io mi sono riciclato nel ruolo di ‘mammo’ e consulente dall’ufficio: ora come ora di più non posso fare. A volte la vedo stanca e mi preoccupo. Però la vedo anche fiera del suo lavoro e vedo che i clienti ne hanno grande rispetto perché è brava, molto brava. Dire che io sono fiero di lei è poco. Dal profondo del cuore, auguri, Mirka!”.

fonte e foto L’Adige.it

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