La diplomazia europea alza il tono, ma Mosca risponde picche. Mentre Giorgia Meloni ribadisce “l’impegno per una pace giusta e duratura” e sollecita una risposta da parte della Russia sul cessate il fuoco in Ucraina, da Berlino arriva un messaggio ancora più netto: “Il tempo stringe”, ha dichiarato il portavoce del governo tedesco, Stefan Kornelius. Se entro lunedì sera non ci sarà un’accettazione formale di una tregua incondizionata di 30 giorni, scatteranno nuove sanzioni contro il Cremlino.
Il pressing è il frutto di un’azione congiunta maturata nel fine settimana a Kiev, dove una delegazione di leader europei ha formalizzato la richiesta a Mosca. Ma la reazione russa è stata, prevedibilmente, di gelo assoluto.
“Il linguaggio degli ultimatum è inaccettabile”, ha dichiarato il portavoce presidenziale Dmitry Peskov, respingendo al mittente ogni scadenza imposta dall’Occidente. “Non si può parlare alla Russia in questo modo”, ha aggiunto, sottolineando che il governo russo sarebbe comunque “concentrato su una ricerca seria di soluzioni pacifiche di lungo periodo”. Un’altra schermaglia tattica, insomma. Nessuna indicazione, infatti, è arrivata da Mosca sull’invito – rimasto senza risposta – del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a un incontro diretto con Vladimir Putin a Istanbul. Nel frattempo, l’Europa si prepara al piano B: un nuovo pacchetto di misure restrittive da attivare già a partire da questa settimana.