L’Italia riapre ufficialmente il dibattito sull’ora legale permanente: il 17 novembre approda alla Camera la richiesta di indagine conoscitiva promossa da Sima, Consumerismo No Profit e dal deputato Andrea Barabotti. Nell’occasione verranno depositate 352 mila firme raccolte online a favore dell’abolizione del cambio stagionale dell’ora.
L’indagine, se approvata, dovrà valutare effetti energetici, ambientali, sanitari e sociali, e porterà entro giugno 2026 a una proposta normativa. La discussione si inserisce in un contesto europeo già sensibile al tema: nel 2018 l’84% dei cittadini UE si era espressa per l’abolizione del cambio d’ora, mentre la Spagna ha recentemente riportato la questione all’attenzione del Consiglio Ue.
Secondo i promotori, l’Italia dal 2004 al 2025 avrebbe risparmiato 2,3 miliardi di euro e oltre 12 miliardi di kWh grazie ai mesi di ora legale, con un taglio annuo tra 160 e 200 mila tonnellate di CO₂. Le proiezioni indicano che l’adozione permanente dell’orario estivo potrebbe portare ulteriori risparmi pari a 720 milioni di kWh e circa 180 milioni di euro l’anno.
Sul fronte della salute, Sima segnala che il passaggio all’ora solare altera i ritmi circadiani e aumenta incidenti e reati nelle ore di buio serale. Il percorso legislativo sarà lungo, ma il Parlamento ha avviato formalmente la discussione.
Ansa