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Prenotano in 50 da PizzAut e poi non si presentano: la lezione mancata degli insegnanti che dimenticano il rispetto

Di fronte a chi costruisce ogni giorno ponti dove altri alzano muri, sarebbe doveroso rispondere con serietà, gratitudine e presenza. Non con il silenzio assordante di 50 sedie vuote. Quella che doveva essere una giornata di condivisione e sostegno a un progetto sociale di enorme valore si è trasformata in una lezione mancata  e a darla, stavolta, non sono stati gli insegnanti, ma chi ogni giorno, in silenzio, costruisce inclusione vera.

Un gruppo di 50 docenti, sì, proprio loro che dovrebbero educare con l’esempio prima ancora che con le parole, ha prenotato un pranzo presso PizzAut, il celebre ristorante che impiega ragazzi e ragazze con autismo, simbolo in Italia di dignità, lavoro e riscatto sociale. La prenotazione era avvenuta tramite TheFork, la piattaforma ufficiale. Ma all’appuntamento è seguito il deserto. Nessuna chiamata di disdetta, nessuna comunicazione preventiva. Solo una frettolosa telefonata, pochi minuti prima dell’orario previsto, per dire: “Non verremo”. Una superficialità colossale.

«Meriterebbero una bella nota sul registro», ha commentato, amaro ma pungente, Nico Acampora, fondatore e anima del progetto PizzAut, attraverso un post social che ha fatto rapidamente il giro del web. Un’uscita ironica ma che colpisce al cuore, perché sottolinea l’assurdità di un comportamento irresponsabile, ancor più grave se a compierlo sono figure che dovrebbero rappresentare una guida morale e civica per le nuove generazioni.

Nel ristorante di Monza, quel giorno, restano 50 coperti vuoti, tavoli apparecchiati, scorte alimentari pronte, personale formato e motivato, che si è ritrovato a fare i conti con l’assenza più rumorosa che ci sia: quella dell’indifferenza.

Il messaggio finale del team di PizzAut non è di rancore, ma di speranza: «Aspettiamo altri insegnanti, a pranzo, migliori dei loro colleghi». Un invito a fare meglio, a riflettere, a non dimenticare che l’educazione passa anche da un pranzo prenotato e rispettato. Perché a volte basta davvero poco per fare la differenza. E anche per dimostrare che la lezione, almeno quella del rispetto, è stata imparata.

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