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Usiamo la coscienza: impediamo che intervenga la legge

a cura dell’avv. Miria Fattambrini
E’ necessario rimanere a casa!
Ho fatto visita ai miei nonni che abitano nel paese limitrofo, sono di rientro da una cena a casa di amici, tutte azioni assolutamente “incensurabili” nell’ordinarietà, ma l’ordinarietà rappresenta il passato e sarà il futuro, ma non è il presente. Il presente è “emergenza” che ci esorta ad un impegno che esula dall’ordinario, e anche la nostra coscienza ce lo richiede.
Non c’è cuscino più morbido di una coscienza tranquilla, ma se non vogliano attenerci alle prescrizioni che ci vengono imposte, dove non arriva la coscienza, arriva la legge, ma è proprio necessario?
C’e’ il rischio che non tutti possiamo essere curati, le nostre attuali azioni ricadono sull’intera comunità, quindi anche su noi stessi.
In questo quadro è necessario limitare al massimo i contatti sociali e adeguarsi spontaneamente al susseguirsi dei provvedimenti restrittivi di questo periodo che acconsentono agli spostamenti unicamente per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità (per spostamenti all’interno dello stesso paese), situazioni di assoluta urgenza (per trasferimenti in comune diverso) e motivi di salute, circostanze che devono essere attestate attraverso l’autodichiarazione. L’efficacia di queste misure, rispetto agli obiettivi perseguiti, dipenderà in modo determinante dai nostri comportamenti individuali.
E che cosa accade se incuranti dei provvedimenti sempre più restrittivi emanati dalle autorità e adducendo circostanze pretestuose e/o inveritiere ci spostiamo al di fuori delle ipotesi in cui tale spostamento risulta essere consentito? Rischiamo di incorrere in pesanti sanzioni di natura penale che saranno più blande per chi abbandona il domicilio per motivi diversi da quelli per cui ciò risulta consentito, che andranno ad aggravarsi per chi rende dichiarazioni false, e che andranno ulteriormente ad appesantirsi per chi, contagiato dal COVID-19, verrà trovato al di fuori del proprio domicilio.
L’inottemperanza al susseguirsi di provvedimenti emanati per contenere il contagio potrà essere, infatti, oggetto della contestazione di cui all’art. 650 del c.p. per aver violato un provvedimento emanato dall’autorità ovvero per il fatto di essere usciti di casa al di fuori delle ipotesi contemplate, violazione che comporta l’arresto sino a 3 mesi o l’ammenda sino a 206,00 euro; in aggiunta alla contravvenzione di cui al citato articolo 650 c.p., si potrà incorrere anche nella piu grave fattispecie di reato ex art. 495 c.p. laddove vengano fornite false dichiarazioni in merito alle ragioni che hanno spinto ad abbandonare il domicilio (dichiaro che mi sto recando dal medico ma non è vero, dichiaro che sto andando al lavoro ma viene accertato che la mia dichiarazione non risulta corrispondente al vero), violazione punita con una sanzione che passa da un minimo di 1 anno ad un massimo di 6 anni di reclusione; lo scenario potrebbe divenire particolarmente inquietante e le conseguenze penali potrebbero essere molto più gravi e punite assai pesantemente (ipotesi di reato di cui all’art. 483 c.p. e 452 c.p.) nei confronti di soggetto cui sia stata diagnosticata la positività da COVID-19 con obbligo di quarantena, il quale vada in giro incurante delle prescrizioni e dei divieti, propagando volontariamente o colposamente germi patogeni.
Come possiamo evitare di essere destinatari di tali sanzioni? Semplicemente attenendoci spontaneamente e coscientemente alle restrizioni che ci vengono imposte.
Quando tutto sarà finito avremo il dovere di non dimenticare quanto preziose siano le nostre libertà e i nostri diritti ma, allo stato attuale, impediamo che la legge debba intervenire, facciamo che a prevalere sia la coscienza: rimaniamo a casa ricordando che è nella “distanza che si vede la vicinanza (cit.)”.
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