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Caltrano. Addio a Renato Angonese, giornalista e memoria storica del paese

Storico, appassionato di sport e penna arguta. Si è spento oggi a 71 anni Renato Angonese, ed è difficile sintetizzare in poche parole l’animo poliedrico di una figura tanto impegnata.

Un caltranese verace e orgoglioso, un osservatore dei tempi e delle mode, estimatore e profondo conoscitore degli sport invernali oltre che sagace commentatore della politica locale, capace di sintesi emesse come sentenze a cui difficilmente si poteva replicare: insegnante e giornalista noto per la sua quarantennale collaborazione con ‘il Giornale di Vicenza’, Angonese vantava anche molteplici collaborazioni con quotidiani ben al di fuori dell’ambito provinciale, ‘Alto Adige’ tra tutti, spesso riferimento di televisioni e riviste specialistiche per approfondimenti sulle vicende belliche dell’alto vicentino e dell’altopiano.

Tanti i libri scritti e quelli in cui non aveva fatto mancare con la consueta generosità il suo contributo: di un mese fa l’ultima apparizione pubblica per la presentazione dell’ultima sua fatica dal titolo ‘Il secondo socio di maggioranza’, un viaggio nella sanità pubblica italiana degli ultimi settant’anni e non solo.

Quasi un segno del destino, prima di un ulteriore aggravamento delle condizioni di salute in un fisico già provato da una vita di malanni con le prime operazioni ai reni a soli 2 anni: da socio e dirigente regionale dell’ANED (Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto) ben conosceva il sistema sanitario e quella vita tra reparti e corsie dove il dolore non lascia spazio a critiche fine a sè stesse: un volume, come ricordato proprio oggi dal Direttore Generale dell’Azienda Ulss 7 Pedemontana Carlo Bramezza, il cui ricavato – sempre su indicazione di Angonese – sarà in parte devoluto all’attività negli ospedali.

“Sono personalmente addolorato per la morte di Renato” – dichiara il Sindaco di Caltrano Luca Sandonà – “un ex amministratore ma soprattutto un innamorato del paese di Caltrano dove ha sempre vissuto e dove lascia un ricordo indelebile per la sua passione per la storia locale, lo sport, l’associazionismo.
La storia di Caltrano negli ultimi decenni è stata raccontata da Renato attraverso le sue corrispondenze sul GdV con cui ha cominciato a collaborare dal 1976 sostituendo nel ruolo di corrispondente il papà Giuseppe.
Ha raccontato i fatti, le cronache e le emozioni del paese in innumerevoli resoconti per il giornale, interessandosi ad ogni aspetto della vita sociale e partecipando, da membro attivo alla vita di tante associazioni locali, soprattutto quelle culturali e quelle legate alla montagna.
Lui, che viveva con coraggio le difficoltà prima di dializzato e poi di trapiantato, ha sempre guardato con ottimismo alla vita, esaltando il lavoro importante degli operatori sanitari che lo hanno costantemente curato e di cui non si stancava di sottolineare la professionalità, così come ha fatto anche nel suo ultimo libro che abbiamo avuto modo di presentare il mese scorso in una serata indimenticabile in cui attorno a lui si sono ritrovati amici, familiari e tanti, tanti medici che hanno seguito Renato negli ultimi anni e che, come hanno dichiarato, hanno imparato molto da questo particolare paziente.
Lo piangeremo e lo piangeranno stringendosi attorno alla moglie Teresa – conclude non senza emozione il primo cittadino – assieme a tanti caltranesi, anche gli alpini del gruppo locale, di cui era divenuto fieramente ‘aggregato’ ed attivo partecipante”.

Difficile non immaginarlo ancora girare tra le vie di Caltrano, occhi vispi e berretto calato in fronte: vestiti quasi mai ben coordinati. Dritto alla sostanza senza tanti fronzoli. In cerca di una nuova notizia da raccontare.

Marco Zorzi

 

 

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