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Thiene. Calcio e razzismo: un nuovo caso Boateng. La denuncia del presidente del Toniolo

Primi di dicembre, stadio del Santo. Campionato di seconda categoria. Il Toniolo sta giocando una buona partita e sta vincendo 2-1. Il pubblico è quello della grandi occasioni con centinaia di spettatori che si stanno godendo una bella giornata di sport.

L’agonismo in campo non manca, prende il pallone Emmanuel Kofi Osei, classe 1988, centrocampista ghanese di 24 anni del Toniolo, si appresta a verticalizzare un buon pallone e… la domenica, per colpa di qualcuno si trasforma in una brutta pagina di razzismo allo stadio. Dagli spalti un isolato esaltato urla più volte, rivolto a Oseli “sporco negro”. Oseli continua a giocare ancora per un po’, almeno fin che continuano indisturbate le offese di quel teppista nascosto tra i tifosi. Poi chiede la sostituzione. Appena uscito dal campo corre in direzione delle tribune. E’ arrabbiato. Offeso. Mette in fuga il codardo razzista. Allenatore e compagni a stento riescono a trattenere Emmanuel che ormai piange lacrime di rabbia. La partita riprende.

Un mese dall’accaduto, alcuni altri imbecilli, tra cui un assessore allo sport leghista di una piccolo comune sono ripresi a gridare ad un giocatore di colore cori razzisti. Questa volta però la squadra non è il Toniolo ma il Milan ed il giocatore non è Emmanuel Oseli ma Boateng. Boateng scaglia il pallone in aria. L’allenatore, Allegri coraggiosamente ritira la squadra dal campo. Scoppia un “caso”. Il sindaco di Busto Arsizio, dove si svolge la partita, fa un comunicato condannando l’episodio, l’assessore leghista inchiodato dalle immagini prima parla di una goliardata poi è costretto a dimettersi.

Il presidente del Toniolo Calcio, Fabio Munaretto è ancora amareggiato per l’accaduto.

Presidente cos’è successo a Thiene un mese fa?

Un episodio spiacevole causato dall’ignoranza di una singola persona che tra l’altro è stata ripresa dal circuito di videosorveglianza. Ha offeso nel profondo un nostro giocatore, un carissimo ragazzo.

Perché nessuno ha reagito?

Per la verità non ci siamo resi conto subito di ciò che stava accadendo. Siamo intervenuti solo per bloccare Emmanuel che, individuato chi lo stava insultando dalle gradinate, una volta uscito dal campo è corso verso di lui. Lo abbiamo bloccato e abbiamo cercato di calmarlo. In certe situazioni non si può sapere come possono degenerare certe situazioni…

Cosa ha pensato quando ha saputo della notizia del ritiro del campo del Milan per le offese ricevute da un suo giocatore di colore?

Beh ho pensato che è stato un bel gesto. Simbolico ed educativo. Spero possa servire per il futuro.

Non potevate farlo anche voi quel giorno, un mese fa?

Noi non siamo il Milan, non so se sarebbe servito a qualcosa… …non si sarebbe creato “un caso”. Forse avremmo solo perso la partita a tavolino e sarebbe tutto finito lì. Abbiamo cercato di esprimere la nostra solidarietà a Emmanuel standogli vicino, ribadendo che società, compagni di squadra e tutti quelli che lo conoscono lo stimano e gli vogliono bene. Le offese che gli sono state rivolte hanno offeso tutta la squadra.

Tuttavia a quanto pare sembra che i razzisti seppur pochi siano ben presenti anche in altri e prestigiosi stadi…

Già! e ciò mi rende davvero amareggiato. Proprio poco tempo fa con l’assessore allo Sport di Thiene Giampi Michelusi abbiamo discusso dell’importanza di metter a punto un codice etico dello sport che coinvolga giocatori e tifosi. Episodi del genere ne confermano la necessità.

Alberto Brazzale

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