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Malo. Sequestrato capannone e 8mila bancali. Operai irregolari e reati ambientali

Vigili del Fuoco e Polizia Locale  hanno fatto un blitz in una porzione di fabbricato adibità a capannone artigianale  in via Leonardo  da Vinci a Malo, dove hanno trovato una situazione di potenziale pericolo di incendio proprio là dove  veniva svolta attività di riparazione e sistemazione di bancali in legno (pallets), che ora è al vaglio dell’ Ispettorato del Lavoro di Vicenza, della  Polizia Stradale  e di Arpav .

 

Il capannone di circa 800 mq locato regolarmente da circa due anni ad una ditta con sede a Malo e di proprietà di un uomo di  75 anni, era pieno di bancali in legno, come pure tutto il piazzale antistante l’ingresso del capannone , dove era accatastato  pallets, in attesa di sistemazione e riparazione al fine di essere rimessi in commercio. Difficile quantificare il quantitativo esatto di pallets,  ma si stimano circa 7/8 mila bancali in totale tra dentro il capannone ed il piazzale esterno.

Il conduttore dell’attività, un residente di Schio, di 47 anni, già conosciuto dal Comando di Polizia Locale  nell’ambito di analoga indagine in altro luogo, non era inizialmente presente sul posto, ma è arrivato  successivamente.

‘Gli Ispettori del Lavoro, verificate le generalità della manodopera intenta al lavoro, hanno trovato  personale non iscritto in alcuna documentazione e, sussistendone le condizioni, procedevano alla sospensione dell’attività imprenditoriale – hanno spiegato gli agenti –  Tutta l’attività di lavorazione dei bancali in legno risultava mai dichiarata all’Ente preposto (Provincia) pertanto veniva considerata dagli accertatori come attività non autorizzata di rifiuti consistenti principalmente in bancali in legno. Rinvenuti nel corso del sopralluogo anche dei veicoli parzialmente demoliti e dei pneumatici fuori uso abbandonati nel piazzale’.

I vigili del fuoco, alla luce dei quantitativi di bancali in legno rinvenuti,dopo  una verifica agli atti del Comando Provinciale di Vicenza  hanno accertato che l’ attività era  sprovvista delle certificazioni di prevenzione incendi, né risulta essere stata avanzata alcuna istanza di valutazione di progetto né di SCIA antincendio (Segnalazione Certificata Inizio Attività) ex art. 3 e 4 del DPR 151/2011. All’atto del sopralluogo , i pompieri hanno constatato l’assenza dei requisiti minimi di sicurezza antincendio.

A detta del proprietario dell’immobile era pure stato manomesso l’impianto elettrico, consegnato all’inizio a regola d’arte, al fine di poter far funzionare ulteriori macchinari per la lavorazione del pallets.

Nell’ambito dei controlli esterni al capannone, l’attenzione degli operatori di polizia giudiziaria si è inoltre, soffermata su un’attigua  autofficina , la quale non è risultata in regola con le norme ambientali . Per questo è stata sequestrata. Secondo quanto accertato dai poliziotti, in particolare contenitori di olio esausto, filtri olio motore e carburante, batterie esaurite, materiale assorbente inquinato erano accumulati alla rinfusa e non puntualmente identificati. Inoltre risultava essere non in regola con lo smaltimento degli stessi da più di un anno.

E’ scattata la denuncia a piede libero per l’accertato deposito e abbandono di rifiuti speciali e pericolosi.

Arpav , congiuntamente al Corpo Forestale dello Stato di Schio, aveva  già posto sotto sequestro quelle aree verdi,

per attività illegale e/o non dichiarata di trattamento rifiuti (pallets in legno), abbandono e smaltimento rifiuti pericolosi, mancata tenuta dei registri di carico scarico rifiuti.

Il blitz ed sequestro dell’area ora finita sotto sequestro, scaturisce da un’indagine partita qualche giorno fa, grazie alla segnalazione di un cittadino che aveva denunciato la situazione, allegando anche molte fotografie che immortalavano le irregolarità.

E.D.

 

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