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Protagonista di un tentativo di rapina, imbianchino thienese condannato a due anni e 8 mesi

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Tutto era pronto per l’assalto nella villa in un noto albergatore. Il commando era armato, aveva passamontagna da professionisti del crimine ed aveva provveduto pure ai bocconi per avvelenare i cani messi a guardia della residenza. A mandare il fumo il piano, l’arrivo improvviso di moglie e bimba, che indussero i banditi a desistere e a fuggire via per finire dritto dritto nella rete dei carabinieri che fecero scattare le manette per l’imbianchino thienese Claudio Mondin, 44 anni, condannato a due anni e otto mesi per tentata rapina e porto abusivo di armi da guerra.

L’uomo è stato processato per quel tentativo di rapina ai danni di Gianpaolo Berti, titolare dell’Hotel Pigalle e residente a Tezze sul Brenta. Nei suoi confronti il pm aveva chiesto la condanna a 4 anni e otto mesi.

I fatti risalgono all’anno scorso, esattamente al 24 novembre, quando, Mondin, disoccupato, organizzò il tentativo di rapina ai danni di una vittima scelta con cura, assieme a due kosovari. I tre si avvicinarono alla villa di Berti e proprio mentre con le armi in pugno si preparavano all’aggressione al padrone di casa, arrivarono la moglie dell’albergatore e la figlia piccola. Dopo l’arresto, fu lo stesso imbianchino thienese a confessare ai carabinieri che a farli rinunciare al colpo era stata la piccolina. Quella presenza non messa in conto fece decidere i tre di fuggire, ma dopo pochi minuti, finirono nelle maglie della giustizia. I militari trovarono sull’auto, i passamontagna, le armi ed il cibo avvelenato che doveva servire per i cani della famiglia. Al terzetto non rimase altro da fare che confessare un piano fallito per il rischio dell’incolunità di quella piccola creatura, che non doveva assolutamente pagare eventuali conseguenze del loro piano criminale.

di redazione Thiene on line

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