Uno scherzo di pessimo gusto che sfocia nel gesto crudele. Sarebbe potuto costare una vita il furto del defibrillatore avvenuto nella sede Asd Zanè 1931, associazione di calcio per adulti, ragazzi e bambini. E’ stata la meticolosità del presidente Emanuela Comuzzi, che regolarmente controlla che il prezioso salvavita sia sempre al suo posto con le batterie in funzione, a rivelare che il defibrillatore non era al suo posto. “Rubato nel peggiore dei modi – ha raccontato con amarezza – Chi lo ha preso non si è nemmeno degnato di lasciare un segnale, qualcosa di rotto, che ci facesse comprendere che l’oggetto non era al suo posto. Se non avessi controllato come faccio puntualmente, magari nel momento del bisogno ci saremmo trovati senza il salvavita e con una persona bisognosa di aiuto”.
Il furto è accaduto tra la fine di agosto e ieri. “Una quindicina di giorni fa c’era – ha spiegato l’allenatore Diego Berlato – Era al suo posto e funzionava. Lo hanno rubato in questi giorni. Ma il modo in cui lo hanno fatto è terribile. Non riesco ad immaginare se ci fossimo trovati con un ragazzino in pericolo e noi, convinti di avere il defibrillatore, impossibilitati ad intervenire nell’immediato”.
“Hanno lasciato il sacchetto vuoto nella custodia, ma a vederlo sembrava pieno – ha continuato Emanuela Comuzzi – Hanno anche 
lasciato le placche per bambini. Sono strumenti importantissimi, il nostro era stato donato all’associazione e non coprendo come si possa arrivare a commettere un furto così subdolo. I defibrillatori vengono regolarmente denunciati, per cui non è facile venderli. Sono costosi, ma il loro valore nel momento del bisogno è inestimabile. Sono molto dispiaciuta per quanto è successo – ha concluso – ma soprattutto mi disgusta la scelta di aver lasciato tutto intatto, come se di proposito avessero voluto che ce ne accorgessimo nel momento del bisogno”.
A.B.