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Una borsa rubata e una fiducia perduta, la lettera di Giovanni De Franceschi

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Nel lontano ottobre del 1958 ho iniziato la prima elementare alle Scuole Scalcerle di Thiene ed a frequentare la “Dottrina Cristiana” nella Chiesa della Conca, alle ore 14,30 della domenica. La mia maestra era la Madre Superiora del Patronato Femminile Saugo. In quei giorni a tutti i bambini è stata consegnata una piccola scatola con una fessura nella parte superiore e la scritta “PER I NERETTI DELL’AFRICA” con l’immagine di alcuni di loro, malnutriti e sporchi, invitandoci a deporvi i nostri risparmi affinché con il ricavato, si potessero aiutare quei poverissimi bambini. In quegli anni le possibilità economiche erano molto scarse: non ricordo quante monetine di 5 e 10 Lire vi ho infilato ma di sicuro non molte. Da allora, quanti soldi sono arrivati nei loro paesi? La situazione non i sembra che sia molto migliorata. Giovedì 22 maggio 2025, 67 anni dopo, sono stato ripagato così. Davanti al Supermercato Conad di via dei Quartieri a Thiene, mia moglie, dopo aver deposto la borsa della spesa nel bagagliaio, è salita in auto appoggiando la sua borsa sul sedile del passeggero. In quel momento un “Neretto”, uno di quelli che stazionano spesso all’entrata dei supermercati, si è avvicinato ed ha indicato a mia moglie che per terra, vicino alla portiera, c’erano alcune monete. Lei, pensando inconsapevolmente che fossero proprie, è scesa per recuperale: in quel frangente il “Neretto” ha aperto la portiera dell’auto, ha arraffato la borsa ed è sparito. All’interno della borsa c’erano i documenti di mia moglie, il telefonino, il portafoglio con 18/20 Euro, foto di famiglia, il bancomat, la tessera sanitaria, la patente, le chiavi di casa. Mia moglie ha passato di momenti di smarrimento e di agitazione. Immediatamente dopo, seguendo il GPS del telefonino, abbiamo constato che subito dopo aver arraffato la borsa, il “Neretto” ha staccato la scheda Sim per non poter essere rintracciato. Da lì è cominciato tutto l’iter burocratico: denuncia dai Carabinieri, nuova foto per rifare la carta d’identità, la patente, la tessera sanitaria, un nuovo telefonino, nuovo bancomat, nuove serrature delle porte di casa, ecc., e sono cominciati ovviamente anche i costi, per un totale di € 510,00. Grazie di essere stato ringraziato così e, come me, molte altre persone. Invierò il conto delle spese sostenute al Prefetto di Vicenza.

Giovanni De Franceschi

 

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