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Cisl: ‘Troppi morti sul lavoro in Veneto, serve piano regionale’

Il confronto sul nuovo piano strategico regionale 2021-2023 per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro deve arrivare urgentemente ad una conclusione, perché in Veneto continuano a verificarsi incidenti mortali. Lo chiedono il segretario generale della Cisl del Veneto, Gianfranco Refosco, e Luca Mori, responsabile della salute e sicurezza sul lavoro di Cisl Veneto, dopo che  in Veneto hanno perso la vita altre due persone, portando a 75 le vittime dall’inizio dell’anno.

“Mentre il Paese si trova di fronte a uno sforzo senza precedenti e che vede un fronte compatto per fronteggiare la pandemia da Coronavirus, nei luoghi di lavoro si continua a morire ogni giorno. Come se la sicurezza fosse altro rispetto alla salute”, afferma Refosco. “In Veneto, è vero, il tasso di incidenza degli infortuni mortali sulla popolazione lavorativa resta inferiore rispetto ad altre regioni, ma questo non può far abbassare la guardia: i numeri non sono affatto confortanti e comunque sono in aumento rispetto al 2020 e anche rispetto al 2019. Siamo convinti che si possa e si debba fare di più”, continua. “A livello nazionale, il recente decreto fiscale ha introdotto una serie di norme che giudichiamo positivamente. Ma si tratta di norme orientate più ai controlli che alla prevenzione, che invece rappresenta, a nostro avviso, il vero grande investimento per il futuro”, aggiunge Mori.

“Per questo chiediamo alla Regione del Veneto un rafforzamento del personale presso gli Spisal, a partire dai tecnici della prevenzione, e ancora incontri periodici di condivisione e analisi dei dati, e una campagna straordinaria di formazione rivolta alle lavoratrici e ai lavoratori ma anche ai datori di lavoro, soprattutto delle piccole imprese”.

 

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