In Veneto la sanità pubblica sembra arretrare un passo dopo l’altro, mentre quella privata avanza senza sosta. La notizia di questi giorni è l’ulteriore espansione del Centro di Medicina di Francesco Papes, ormai una vera e propria rete sanitaria parallela nel territorio regionale. Dopo Mestre, Thiene, Schio e molte altre città venete, ora punta su Padova, dove entro il 2026 sorgerà una nuova struttura da 6.000 metri quadrati.
A seguire, Vicenza (2027) con un nuovo poliambulatorio, e Verona, dove è previsto l’insediamento di una vera e propria clinica. Senza considerare quanto realizzato dall’ex calciatore in Lombardia.
Un’espansione che solleva non pochi interrogativi sullo stato della sanità pubblica anche in Veneto, già messa a dura prova da tagli, carenze di personale e liste d’attesa sempre più lunghe.
Lanzarin: “Non più privatizzata delle altre”. Cunegato:”Ma è davvero così?”
Nel dibattito pubblico, l’assessora regionale alla sanità, Manuela Lanzarin, ha sostenuto che la sanità veneta non sia “più privatizzata” rispetto ad altre regioni italiane, citando una spesa in convenzione attorno al 17%. “Un dato vero, ma parziale. Perché come fanno notare diversi osservatori, il peso del privato non si esaurisce con le convenzioni”, replica Carlo Cunegato, candidato regionale scledense di Coalizione Civica..
“Oggi il privato si infiltra ovunque: medici gettonisti, operatori in partita iva, cooperative, personale esternalizzato all’interno delle stesse strutture pubbliche – continua Cunegato – . Senza dimenticare le case di riposo, dove spesso il personale è per oltre la metà legato a contratti esterni. E soprattutto la spesa “out of pocket”, ovvero quella che i cittadini pagano direttamente di tasca propria.
I numeri della sanità “a pagamento”
A livello nazionale, questa spesa privata è in costante crescita: 41,5 miliardi di euro l’anno, secondo i dati più recenti. E il Veneto guida la classifica. Come rivelato da un’inchiesta di Presa Diretta, i veneti sono tra i cittadini che più spendono per curarsi nel sistema privato.
“Il dato che fa riflettere di più? In dieci anni, gli ambulatori privati in Veneto sono passati da circa 250 a 1.000. Una crescita del 300%, a fronte del progressivo svuotamento delle strutture pubbliche. Chi può, paga. Chi non può, rinuncia” , aggiunge Cunegato .
L’appello: più fondi per il pubblico, stop al tetto di spesa
In questo contesto, sempre più voci si alzano per chiedere un aumento strutturale dei fondi alla sanità pubblica. Il rapporto Crea Sanità indica come soglia minima un incremento di 50 miliardi annui, accompagnato dalla rimozione del tetto di spesa per il personale sanitario, che da anni soffoca il turnover e aggrava la carenza di medici e infermieri.
E la mobilitazione cresce: per il 4 ottobre è stata annunciata una grande manifestazione a Mestre, per difendere la sanità pubblica e chiedere un cambio di rotta. “Un po’ alla volta ci stanno togliendo tutto, e lo fanno apposta così non ce ne accorgiamo”, è il grido d’allarme di Covepa che da anni fa rumore nel nostro Altovicentino perchè il diritto alla salute non venga cancellato a colpi di disinvestimenti e privatizzazioni silenziose.
di Redazione AltovicentinOnline