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“Dai campi al piatto”. Le lettere dei lettori di Altovicentinonline

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Quando si parla di grilli viene subito in mente l’immagine e i suoni della campagna d’estate quando questi insetti iniziano il loro concerto nuziale. Cosa sarebbe la natura senza le migliaia di creature che la rendono un cuore pulsante di vita?

Ora questa immagine si accosta a quella molto meno idilliaca degli allevamenti intensivi, perché accanto a polli, maiali, mucche ecc. ci saranno anche gli insetti.

La Comunità Europea ha dato il via alla “produzione intensiva” di questi animali, con il pretesto che il loro allevamento è molto meno impattante di quelli tradizionali, in termini di consumo di acqua, suolo ed energia e se, dico se, i dati riportati sono reali, ridurre il nostro impatto ambientale potrebbe essere una cosa positiva.

Ma il punto a mio avviso non è questo; il punto è che questa scelta considerata “sostenibile ed ecologica” non cambia di una virgola il paradigma del nostro rapporto con gli altri viventi, l’idea aberrante dello sfruttamento continuo della terra e dei suoi abitanti che porta all’orrore degli allevamenti intensivi. Il fatto inquietante e’ che continuiamo a comportarci come predoni della peggior specie.

Secondo Jeff Sebo, docente di studi ambientali e bioetica dell’Università di New York, e Jason SchuKraft, dirigente dell’ente di ricerca californiano Rethink Priorities, pur ammettendo che l’impatto ambientale degli allevamenti di insetti sia indubbiamente minore rispetto a quelli tradizionali, c’è il rischio che l’allevamento di insetti e quelli tradizionali finiscano per rafforzarsi a vicenda anziché prendere l’uno il posto dell’altro, in quanto la farina di insetti verrà messa nei mangimi in sostituzione della soia e della farina di pesce (la cui produzione è sicuramente impattante in quanto responsabile della deforestazione e dell’impoverimento dei mari) e quindi tutto ciò potrebbe portare addirittura ad una espansione degli allevamenti.

Sebo e SchuKraft, sottolineano inoltre un’aspetto etico fondamentale; non esistendo attualmente norme al riguardo, gli allevatori di insetti sono sostanzialmente liberi di ucciderli nel modo più efficiente…Esistono studi che attestano la possibilità che gli insetti siano senzienti e che condividano molti dei tratti che in genere consideriamo prove della sensibilità nei mammiferi.

La farina di insetti e addirittura l’olio (!) li troveremo praticamente ovunque e questo suscita ribrezzo e orrore in tante persone, come si intuisce dai commenti sui social ma ciò che mi preoccupa e mi addolora e’ che nessuno, a parte chi ha a cuore la vita degli animali, si scandalizza e inorridisce di fronte all’abominio dei moderni campi di concentramento dove miliardi di creature (circa 150 all’anno tra animali terrestri e pesci), vengono fatti vivere contro natura, sottoposti a sevizie di ogni genere, ingozzati di cibo industriale e uccisi poi in modo orribile.

Quindi per cortesia non siamo ipocriti! Cominciamo a mangiare meno carne, cominciamo a dire basta agli allevamenti intensivi che provocano tanta sofferenza e che continuano ad esistere per colpa nostra; così gli animali potranno vivere secondo la loro natura e nel rispetto dovuto ad ogni essere senziente. Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te, questo dovrebbe essere sempre il faro che guida il nostro cammino.

Marta Frigo

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