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Santorso. Un ospedale da film americano e sedie a rotelle da terzo mondo

Le difficoltà arrivano, si accettano e si affrontano, con la piena consapevolezza che quando arriveremo a toccare il fondo, come per magia, si innalza una forza all’ultimo battito che non ti fa sprofondare nel baratro, ma ti fa capire, che forse ce la potresti fare.

Nella società di oggi essere autonomo è molto importante e avere una struttura sanitaria che ti aiuta a prescindere, sarebbe necessaria per non sentirsi troppo “diverso”.

Questo è il grido di allarme del signor A.G.N. che nelle ultime settimane, dopo un intervento chirurgico, per recarsi alle visite di controllo di routine, ha dovuto utilizzare la sedia a rotelle che, all’ospedale di Santorso, in realtà sono semplici sedie trasportino, direzionabili con difficoltà e per giunta è necessario l’aiuto di una seconda persona.

” Come è possibile che all’ospedale di Vicenza sono presenti delle vere e proprie sedie a rotelle con lo stesso metodo di accreditamento, cioè con la tesserina, lasciando in deposito un proprio documento di riconoscimento?”

” voglio ricordare, inoltre, che il mezzo di aiuto offerto dal ULSS 6 sono delle vere e proprie sedie a rotelle e quindi utilizzabili anche dalla stessa persona che ne ha bisogno e non necessariamente da un accompagnatore e soprattutto direzionabili con facilità.”

Offrire un servizio sanitario competente e perfetto al pubblico dovrebbe essere una priorità di tante di tante Ulss.

Nella numero 7 di Santorso sono stati messi tanti soldi a disposizione, ma bisogna capire, che a volte, per avere le cose migliori, bisogna avere l’umiltà di costruire dal basso e dalle più semplici, come ad esempio le carrozzine e non dall’alto per avere poi le fondamenta pericolanti.

Umberto D’Anna

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