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Schio. “Ospedali chiusi e pochi posti letto, l’ospedale di Santorso basterà per tutti?”

Sanità eccellenza del Veneto, ma anche preoccupazione soprattutto da quando, causa coronavirus e con l’ospedale di Santorso diventato covid hub, molte prestazioni non urgenti, ma comunque importanti, sono state posticipate per la necessità di destinare l’immobile ed il personale alle urgenze della pandemia.

“Inaugurando il reparto di Ostetricia e Ginecologia all’ospedale di Asiago il presidente della Regione Luca Zaia ha detto che dal 2010, cioè da quando è in carica lui come governatore, non è stato chiuso nemmeno un ospedale, invece il De Lellis a Schio e il Boldrini a Thiene sono stati chiusi, a favore dell’ospedale di Santorso, che serve un bacino di utenza di 180mila persone con molti meno posti letto”.

A parlare è Ad Agostini, una signora di Schio che tiene sempre gli occhi puntati sulla Sanità locale e che già si era schierata contro alcuni sindaci “colpevoli” a suo dire di avere spaccato la Conferenza del Distretto proprio in tempo di covid e di non aver difeso il bene più prezioso per i cittadini.

Ada Agostini ci scrive per trasmettere a Zaia una domanda di interesse generale: “l’ospedale di Santorso tornerà in tempi rapidi ad essere pienamente il nostro ospedale dove potremo recarci per le tutte le debite cure noi 180mila cittadini dell’ex Ulss4?”

Scrive Ada Agostini

“Vorrei una risposta chiara e quindi che non si presti a dubbio alcuno, dal Presidente della nostra regione Luca Zaia. Oltre ad essere diversamente giovane, inizio anche a temere di essere una ‘specie in via d’estinzione’ perchè, almeno apparentemente, mi pare di essere l’unica a stupirmi ed a rimanere profondamente delusa da quanto continua ad accadere. Nei giorni scorsi  mi è capitato di leggere su di un quotidiano un articolo sull’inaugurazione del reparto di Ostetricia presso il nuovo ospedale di Asiago e, se da una parte sono ovviamente felice per quelle persone che avranno in loco un punto sicuro al quale rivolgersi, non lo sono per nulla dopo aver letto quanto detto nell’occasione appunto dal Presidente Zaia (almeno presumo l’abbia detto considerato che è riportato virgolettato nell’articolo) e precisamente “…a questo cantiere è successo di tutto dal 2010 e si può essere pensato che non si capiscano i problemi della montagna. Non è così. Prova ne sia che dal 2010 da quando sono al governo di questa Regione (ma mi pare lo fosse anche precedentemente a fianco di Galan) ci hanno consegnato 68 ospedali e non ne abbiamo chiuso uno…”. Per me parole e promesse sono oggetto prezioso, da trattare con cura, perchè generano in ogni caso aspettative ed azioni e non vanno mai gettate nè tanto meno disattese; in quei 68 ospedali (consegnati poi da chi, da Galan?) dovevano necessariamente esserci sia il De Lellis di Schio che il Boldrini di Thiene perchè, nel 2010, erano a pieno regime (nonchè fiore all’occhiello della sanità veneta). Certo, si stava costruendo a spron battuto il celebrato ed avveniristico ospedale di Santorso, ospedale dichiaratamente voluto per acuzie ma con posti letto insufficienti per il bacino di utenza dell’Ulss4 tanto che l’ex direttore generale della Sanità veneta Domenico Mantoan aveva promesso, in contemporanea all’apertura dello stesso, l’immediata collocazione al De Lellis ed al Boldrini di 25 posti letto in ognuna delle due strutture proprio per le post acuzie. Comunque, ripeto, nel 2010 i due ospedali funzionavano a pieno ritmo con circa 30mila ricoveri annui. L’ospedale di Santorso è entrato progressivamente in funzione dal febbraio del 2012 ed inaugurato dal Presidente Zaia a fine 2013. Quindi le parole del Presidente dette ad Asiago non sono veritiere perchè sia il De Lellis che il Boldrini sono stati chiusi dopo il 2010 e poco importa se nella mente o nei piani di chi gestisce la sanità c’era già un filo che doveva portare alla situazione paradossale che ora Santorso, e noi tutti con questa “nostra” struttura, stiamo vivendo (e lasciamo da parte il Covid perchè il discorso si prolungherebbe ad oltranza). Pare inoltre che, da Santorso, se ne stia andando anche qualche ginecologo. Mi impongo di non pensare alla piastra antisismica del De Lellis (per il cui completamento sarebbe servita una cifra ben limitata ma dirottata ad altri ospedali) che avrebbe garantito ben 800 posti letto! Quindi Presidente Zaia ecco la mia domanda: l’ospedale di Santorso tornerà in tempi rapidi ad essere pienamente il nostro ospedale dove potremo recarci per le tutte le debite cure noi cittadini dell’ex Ulss4 (e siamo più di 180.000 persone)?”

Ada Agostini

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