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Censura o trasparenza a Caltrano? Tensioni per la modifica al regolamento

Tensione a Caltrano in consiglio comunale per la modifica al regolamento che ne disciplina il funzionamento e  vista dalla minoranza come un modo di metter loro un bavaglio.“Non siamo in Corea del Nord, ma a Caltrano e ci vogliono censurare” afferma la consigliera di opposizione Anna Campese. Respinge le accuse il sindaco Alberto Dal Santo: “altro che limitazione, così favoriamo una discussione più aperta”.

La modifica al regolamento. Durante l’ultima seduta dell’8 settembre è passata la modifica che delinea i confini della discussione. Una volta chiusa, la parola può essere concessa solo per la dichiarazione di voto, e la durata di tale dichiarazione è limitata a 5 minuti per ciascun capogruppo. In caso di dissenso o integrazione da parte di altri consiglieri dello stesso gruppo, è consentito un intervento che deve comunque rientrare nel limite di tempo stabilito. La dichiarazione di voto, inoltre, deve essere sinteticamente incentrata sulle ragioni del voto, senza dare spazio a espressioni polemiche che possano riaccendere il dibattito.
Così ci imbavagliano”, dichiara per l’opposizione la consigliera comunale Anna Campese , “a Caltrano pensavamo di averle viste tutte e invece no. Questa modifica al regolamento argina gli interventi della minoranza che, mai come in questo momento, si fa portavoce del malessere che i cittadini quotidianamente ci esprimono di fronte a scelte inique che l’amministrazione comunale ha operato, in totale incoerenza con le loro fantasmagoriche promesse elettorali- continua- In questo modo viene non si può esercitare un diritto costituzionalmente garantito dall’ art.21 che sancisce la libertà di espressione. Questo è un vero e proprio atto di censura, di limitazione di esprimere opinioni contrarie a chi guida Caltrano. In questo modo vogliono impedirci di veicolare la delusione che c’è in paese, anche da parte di chi questa amministrazione l’ha votata. Ricordo che la polemica qualora non sia pretestuosa, favorisce la crescita e lo sviluppo delle idee e aiuta a rendere pubbliche le informazioni-conclude la consigliera di minoranza, Anna Campese-in sedi molto più blasonate di questa, come in Parlamento, gli attacchi personali, se condotti nei limiti della decenza,  sono all’ordine del giorno: senza censure. Il segretario comunale come può avvallare la messa in votazione di una tale delibera, palesemente viziata nel merito? Faremo ricorso alle autorità competenti per ottenerne l’annullamento per evidenti ragioni di opportunità e ragionevolezza. Ribadisco che siamo a Caltrano, non in Corea del Nord: qui non si devono mettere in discussione le regole della democrazia a colpi di maggioranza bulgara. Forse l’amministrazione comunale deve occuparsi seriamente del paese, del continuo turnover del personale,  del malessere che si respira tra i malghesi  anziché cercare queste penose vie di fuga”.

“Ma quale censura, così favoriamo la discussione”, replica il sindaco di Caltrano, Alberto Dal Santo che sulle accuse mosse dichiara: “nonostante l’inconsistente strumentalizzazione che si è voluto dare alle intenzioni, la modifica del regolamento sul funzionamento del consiglio comunale ha riguardato, di fatto, il preservare e il favorire della discussione tra consiglieri nella fase successiva all’esposizione del punto da trattare: altro che ‘emendamento bavaglio’, l’obiettivo era proprio l’opposto, favorire ed alimentare la discussione aperta. Mediante una apposita annotazione, infatti, si è specificato quanto già contemplato dal regolamento e quasi scontato per chi di buon senso: per la presentazione al consiglio di opinioni, considerazioni e tutto ciò che si ritiene utile alla più aperta e democratica discussione degli argomenti trattati, deve essere esclusivamente utilizzato lo spazio dedicato appunto alla discussione. Esaurita la discussione, si passa alla dichiarazione di voto, riservata solamente ai capigruppo, in cui si invita a dichiarare solamente come si andrà ciascun gruppo a schierare” ribatte il sindaco di Caltrano, Alberto Dal Santo. “Le dichiarazioni di voto non hanno diritto di replica e, di fatto, questo veniva comunemente utilizzato dalla minoranza per esporre le proprie argomentazioni sui vari punti, dopo aver evitato il confronto, proprio durante il momento riservato alla discussione ed avendo così la possibilità di dichiarare qualsiasi cosa, anche se non verificata, con la garanzia di non avere poi nessun contraddittorio-continua il primo cittadino di Caltrano- un modo furbesco di evitare il confronto, che permetteva di far passare per veritiera qualsiasi tesi sostenuta, negando così la possibilità di un confronto aperto e democratico. Questa modifica al regolamento, prima di passare in consiglio, è stata proposta all’apposita commissione in cui però il consigliere di minoranza delegato non si è presentato e non ha preso parte alla discussione. Una volta portata in consiglio, la minoranza ha chiesto di sospendere il punto perché apparentemente intenzionata a dare il proprio contributo sulla questione: la richiesta è stata accolta ed è stata quindi successivamente riconvocata la commissione. Purtroppo però, in tale sede, il consigliere di minoranza Nicola Zenari non solo ha dichiarato di non avere proposte da sottoporre alla discussione, ma, nonostante il voto formale contrario imposto da terzi, ha anche ammesso di essere personalmente favorevole alla modifica proposta in quanto ‘di buon senso’, in dissenso, evidentemente, con il proprio capogruppo- conclude-Altro che limitazione, l’obiettivo chiaro della modifica approvata è il favorire una discussione più aperta”.

Braccio di ferro anche per le riprese video del consiglio comunale. “Anziché convocare la commissione regolamenti per ridurre la libertà di espressione nelle dichiarazioni di voto dei capigruppo, il sindaco dovrebbe, come da nostra richiesta, convocarla per adottare un regolamento per definire le modalità di diffusione dei  consigli comunali attraverso lo streaming e la riprese audiovideo, garantendo così la trasparenza e la partecipazione civica” aggiunge inoltre la consigliera Campese. Un tema al quale il sindaco Dal Santo così risponde: “le sedute del consiglio comunale non sono riprese a video perché, al momento, non sono contemplate nel nostro regolamento comunale sul funzionamento del consiglio e non sono consentiti estemporanei da parte del sindaco-presidente, come sentenza n.826/2010 del Tar Veneto, al fine di tutelare i dati personali, imponendo una chiara cornice normativa”.

Paola Viero

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