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Amministrative Schio. Dalla Vecchia: “Smilitarizzare la Polizia e rinnovare il centro storico”

La storia insegna che Schio è una piccola Italia e ne previene le tendenze politiche.

E’ stata la prima ad ‘abbattere’ il Pd a favore di un centrodestra aperto e se ci dovesse essere una chance per la sinistra italiana di rimontare, ecco che le prossime elezioni scledensi potrebbero riservare una sorpresa.

Leonardo Dalla Vecchia, quando se ne sta in silenzio ha l’aria da bravo ragazzo, in bilico tra la timidezza e la paura di sbagliare, ma quando apre bocca e parla di politica, è un fiume in piena e sfoggia grinta e sicurezza da leader. Lui, la possibilità di restituire la città ad una coalizione di centro sinistra la vede tutta e sostiene che “dopo 5 anni di governo civico è tornato il momento di avere un partito a cui fare riferimento”. 33 anni, ex scout, ha sviluppato la passione per la politica durante una missione in Bolivia. “Ho imparato cosa significa amministrare, il loro sindaco era sempre con noi, mi ha insegnato tantissimo”.

5 anni nella maggioranza di Luigi Dalla Via e poi in segreteria del partito quando il Pd era ridotto ai suoi minimi termini. “Ho trovato macerie ma ci siamo risollevati”.

Dalla Vecchia, candidato sindaco con il Pd e la Coalizione di centro sinistra, come vede Schio?

Schio è una città meravigliosa che viaggia a 2 velocità. Da un lato c’è la zona industriale sempre in movimento, moderna e fortemente attrattiva anche per chi viene da fuori, dall’altra parte c’è la città con il suo centro abitato che si svuota ogni giorno di 5 persone all’anagrafe. A queste si devono aggiungere i giovani che vanno all’estero. La città ha perso attrattiva per le persone e mentre Schio perde abitanti li acquisiscono i comuni limitrofi.

Quindi? Che cosa deve fare una amministrazione?

Prima di tutto bisogna riscrivere il libero dei sogni di cui si è sempre parlato. La politica non deve fare solo cose normali o possibili, deve spingersi oltre e realizzare cose impegnative, difficili, sfide che sembrano impossibili. Dobbiamo essere capaci di fare grandi sogni, la politica deve far succedere le cose, non è ordinaria amministrazione. Servono azioni forti per restituire ruolo ai luoghi.

Alcuni esempi…

E’ un gravissimo errore volere spostare la stazione dei treni ai Cementi, se la si sposta laggiù allora tanto vale spostarla a Marano. La stazione ha un ruolo sociale molto importante. Piuttosto bisogna potenziare il suo ruolo intermodale, cioè dotarla di un parcheggio di bike sharing, o collegarla alla stazione degli autobus. Al posto del passaggio a livello non c’è nessun dubbio che si debba fare un sottopasso, è assurdo ipotizzare un cavalcavia, sarebbe un pugno in un occhio dal punto di vista ambientale ed estetico. Poi bisogna ridisegnare i trasporti includendo piccoli mezzi negli orari non di punta, in modo da non far girare vecchi mezzi inquinanti sempre vuoti.

In questo periodo si parla moltissimo di ambiente. Cosa ne pensa?

Schio è meravigliosa e dobbiamo puntare sul connubio tra bellezza, tutela dell’ambiente e del paesaggio. E’ un’emergenza ma anche una strategia per sviluppare la parte più bella e rendere sano il territorio. Vorrei pensare anche ad uno sviluppo di Busa Novegno in stile Alto Adige, con percorsi studiati e segnalati e ristori per i turisti.

Per quanto riguarda il commercio?

Ammetto che sono state fatte alcune scelte giuste, ma devono essere migliorate. Schio deve avere un suo ‘brand’, che si riconosca con la Fabbrica Alta, il Lanificio, l’archeologia industriale. Il centenario della Grande Guerra ad esempio non è stato sfruttato nel modo giusto. Avevamo opportunità immense e le abbiamo lasciate andare. Ora, in occasione dei 200 anni dalla nascita di Alessandro Rossi, non possiamo farci sfuggire la possibilità di attirare un sacco di gente. A Schio manca una regia, serve una cassa di risonanza nuova. Il Comune deve essere un facilitatore.

In merito di sicurezza, Schio come è messa?

Se la gente ha timore di non essere sicura, noi dobbiamo dare risposte. Siamo per la costruzione di un Commissariato di Polizia di Stato e per la smilitarizzazione della Polizia Locale.

Lei ha un grande attaccamento al partito?

Assolutamente sì. Il partito per me è un riferimento. Avere un partito significa sapere di non essere soli e avere persone con cui confrontarsi e scambiare competenze. Noi dobbiamo ritessere la rete le cui maglie si sono allentate negli ultimi anni a causa di prepotenti individualismi.  Ora abbiamo la possibilità di riprenderci il governo, dobbiamo lavorare su noi stessi, sulle nostre capacità. Dobbiamo riportare Schio al centro dell’Alto Vicentino, non possiamo rimanere isolati.

Anna Bianchini

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