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Thiene. Artigiani uniti: ‘Questo caos politico non ce lo possiamo permettere con economia in ginocchio’

Cna e Confartigianato uniti in un appello comune. ‘ Siamo preoccupati. Non possiamo aspettare’

“Siamo delusi e preoccupati dai risultati elettorali, dai quali non esce la necessaria governabilità, con una prima possibile conseguenza diretta sulla situazione economica e sulle piccole imprese oltre che sui ceti più deboli”.

 Il grido d’allarme arriva dalla Cna di Thiene, per bocca di Francesco Dalla Valle che commenta il risultato delle urne: “Questo risultato sanziona pesantemente i disastri che la politica ha lasciato che sorgessero negli ultimi anni, dalla questione morale alle mancate riforme elettorale ed istituzionale che sarebbero state a costo zero, ma che nessuno è riuscito o ha voluto fare”.

Il voto, a giudizio degli artigiani, ha punito una politica economica troppo rigida e restrittiva che non ha saputo coniugare il rigore allo sviluppo.

“Oggi questa situazione è ancor più aggravata dalla risposta dei mercati e dall’aumento dello spread – dice Della Valle – perché comporterà inevitabilmente un aumento del costo del denaro ed una ulteriore restrizione del credito, rendendo probabile una nuova pesante manovra di tagli alla spesa difficilmente selezionati, che andranno per questo a colpire soprattutto i ceti più deboli e le piccole imprese”.

A giudizio della Cna occorre ora pensare a soluzioni politiche di emergenza che abbiano precisi ed attuabili obiettivi, come la riforma elettorale e la riduzione dei costi della politica, la riforma istituzionale, la sburocratizzazione, ai quali dovrebbero rispondere con senso di responsabilità tutte le forze rappresentate in Parlamento, a partire da quelle che hanno raccolto la protesta dell’elettorato.

Nel pomeriggio, sullo scenario governativo che si è delineato dopo il responso delle urne, era intervenuto anche Agostino Bonomo di Confartigianato Vicenza.

“L’incertezza politica – si legge nel comunicato stampa di Confartigianato – è una delle peggiori condizioni per l’economia di un Paese, sia dal punto di vista delle aziende che ci lavorano, sia agli occhi del contesto internazionale. Quel che serve dunque, in questo momento, è una generale assunzione di responsabilità da parte della classe politica, sia vecchia che nuova, che tra le altre cose dovrebbe cominciare a interrogarsi sui tanti e veri problemi del tessuto produttivo”.

“Da un lato, chi ha avuto responsabilità di governo in questi ultimi anni (nessuno escluso) abbia l’umiltà di capire i tanti perché di un voto di protesta che è frutto di inadeguatezze di ogni sorta ed è stato accentuato – sottolinea Bonomo – da una situazione sociale ed economica giunta a livelli di guardia, come possono testimoniare le piccole imprese sottoposte alla pressione non solo della crisi, ma anche della burocrazia, delle tasse, dei mille ostacoli creati da un sistema Italia inefficiente. Dall’altro, chi quel voto di scontento ha raccolto faccia ora capire in che modo intende contribuire alla costruzione di un presente e di un domani migliori, passando dalla protesta alla proposta, dagli slogan alla concretezza. Una cosa è certa: l’Italia non può permettersi il lusso di aspettare”.

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