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Marano. A tu per tu con Piera Moro con il suo primo anno di mandato

Una donna vera. Lo si percepisce da come muove  le braccia per salutarmi, accogliendomi, a quando conclude l’intervista con un bacio:  ho la sensazione di avere davanti un esempio di donna con la D maiuscola.
Una di quelle che mette il cuore e il senso del dovere davanti a tutto, che se ne frega delle foto senza ritocco e si commuove parlando di bambini in difficoltà. Una donna forte, che forse qualcuno immagina un pò ‘dittatrice’, ma che invece sottolinea di sè: ‘Non sento il bisogno di comandare urlando e non confondo la parte maschile’.

 

Piera Moro, primo cittadino di Marano Vicentino, unica donna in Italia a capo di un villaggio SOS ha le idee molto chiare su cosa significhi amministrare.  ‘Collaboro, ma decido senza dubbi. Sono autorevole, ma non autoritaria. Sono forte, anche se maneggio cose molto fragili’.

Piera Moro, che cosa significa essere una donna al comando?

Per me essere una donna che gestisce le cose è la normalità. La mia vita è sempre stata così ed è piena di esperienze. Pensi che in Italia sono l’unica al vertice di un villaggio Sos (dove vivono bambini in difficoltà), un posto magico dove coincidono i bisogni dei bimbi e quelli di chi vuole donarsi a loro. A me piace collaborare, sono al servizio delle persone, però quando devo decidere taglio il capello in due e non ho mai dubbi. Per amministrare bisogna saper decidere e rimanere coerenti con i propri principi.

Da poco ha festeggiato il suo primo anno da sindaco. Che bilancio ne fa?

E’ positivo. Abbiamo preso in braccio un paese per cullarlo e proteggerlo. Abbiamo scoperto molte cose lungo il percorso e ora ne dinamiche. E’ chiaro che non possiamo rispondere a tutto, ma ci mettiamo il massimo impegno. 
 

Che maggioranza è la sua? Siete uniti? E che comune è Marano?

C’è ottima collaborazione e confronto sempre costruttivo. Lavoriamo con il pensiero condiviso per costruire insieme. Tra di noi non ci sono correnti politiche, c’è solo impegno per il bene di Marano. I cittadini sono consapevoli e rivendicano i loro diritti. Ma, mentre all’inizio scalpitavano, ora collaborano e il risultato che si ottiene è maggiore. Noi crediamo che l’amministrazione debba farsi vedere e incontrare con orgoglio i suoi cittadini.

Quali sono le difficoltà di essere sindaco oggi?
Ci sono  due  difficoltà. Prima di tutto ci sono i problemi della gente. Mi inquieta sapere che ci sono famiglie e lavoratori con grossi problemi e noi non riusciamo a dare aiuto. E poi c’è la situazione economica generale. Il dondolio del governo centrale non aiuta i comuni, che sono sempre in attesa di leggi. Facciamo un passo pensando ad una tassa in arrivo et voilà, modificano la prassi. E’ una situazione che crea stallo, le amministrazioni rimangono bloccate.

Cosa possono fare i Comuni per migliorare ed essere più vicini ai propri cittadini con aiuti e servizi?
Secondo me i Comuni devo allearsi tra di loro e accordarsi. Non ha senso oggi alzare il campanile più alto o più bello. Serve dialogo sul fare, al di là delle appartenenze politiche e serve con tutti. Ad esempio, il problema del passaggio a livello che fa perdere troppo  tempo l’abbiamo affrontato in Regione insieme a Zanè.

Lei è molto attiva sul Sociale, che cosa serve ora prima di tutto?
Bisogna combattere la battaglia per far ripartire le comunità  dal punto di vista umano e solidale. Bisogna uscire dalla depressione che attanaglia le persone e fa sembrare che la vita non abbia più senso. Dobbiamo aiutare i giovani nel pensiero creativo e nelle nuove tecnologie. Spesso servono soldi, ma a volte bastano belle idee. Io vorrei che si puntasse su forme creative per rilanciare le comunità. Il sogno è frutto del pensiero o il pensiero è frutto del sogno? In ogni caso è da lì che inizia tutto.

Che opposizione c’è a Marano?
E’ un’opposizione che dà spesso prurito perché by-passa le regole. E’ intelligente e caparbia. All’inizio mi sentivo in gabbia, ora siamo maturati. A me piacerebbe ci fosse competizione sul fare più che sul denigrare, perché dobbiamo dimostrare che la politica può essere un bel confronto sano. Senza questo passaggio il paese non si risolleverà mai.

La gente capisce i suoi ‘no’?
Se spiegati correttamente sì. Spesso ci sono richieste giuste che farebbero bene a tutti. Ad esempio ci hanno chiesto una nuova palestra e non abbiamo i fondi. E’ un gran peccato, ma non si può fare.

La ‘Cava Vianelle’ è una spina nel fianco. …..
Ho la consapevolezza che negli anni si è costruito un sistema di prevaricazione sconsiderato rispetto al territorio. Noi dovremmo proteggere la terra e l’acqua. Questo territorio è come se avesse il vaiolo, ci sono oltre buchi che vengono riempiti con il male invece che con il bene. Non c’è un pensiero sano a gestire la questione e si pensa solo al presente. Sono d’accordo con Lorenzo Altissimo, direttore del Centro Idrico di Novoledo, che vorrebbe lì un bacino di ricarica.

Un messaggio che vuole lanciare ai maranesi?

Abbiamo vinto con il solo 62% dei votanti per cui non possiamo dire di avere stra-vinto. Dopo l’elezione ho dovuto imparare a mettere la fascia e tante altre cose, ma ce la stiamo facendo. Il nostro impegno è far capire anche a chi non ha votato o non ci ha votato, che possono fidarsi si noi.

Anna Bianchini

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