di Federico Piazza
La petizione contro l’ampliamento del termovalorizzatore di Schio lanciata dal Coordinamento Non Bruciamoci Il Futuro ha ormai raggiunto le 3500 firme, tra on line e cartacee. La raccolta, iniziata a dicembre 2024, ha l’obiettivo di arrivare a quota 10mila. Destinatario della petizione è il consiglio di amministrazione di Alto Vicentino Ambiente (Ava), la società pubblica dei 31 comuni dell’Alto Vicentino che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti urbani nel relativo territorio, l’impianto di termovalorizzazione di Ca’ Capretta e la rete di teleriscaldamento da esso alimentata. Ava prevede di investire 80 milioni di euro per ampliare del 40% la capacità di trattamento, dalle attuali 85mila a quasi 120mila tonnellate all’anno, con la realizzazione di una nuova linea quattro che sostituirebbe le attuali linee due e tre.
L’ipotesi, oggetto di un piano industriale in fase di elaborazione, è avversata dal Coordinamento Non Bruciamoci il Futuro , a cui aderiscono varie associazioni civiche e ambientaliste, tra cui ISDE Medici per l’ambiente. Oltre a sottolineare i rischi per la salute che deriverebbero dall’inevitabile aumento delle emissioni dell’impianto, il Coordinamento evidenzia come il Piano regionale dei rifiuti non consideri affatto necessario alcun aumento nei prossimi anni della capacità di incenerimento in Veneto dei tre impianti di Padova, Schio e Fusine-Venezia, che nel 2030 sarà di 380mila tonnellate annue. Molto dubbiose sono anche alcune amministrazioni comunali dei soci Ava, che tra il 2025 e metà 2026 dovranno analizzare e alla fine votare il piano industriale. Contrario sicuramente è il principale socio, il Comune di Schio, l’unico in assemblea ad avere votato no alla delibera del 30 agosto 2024 che ha dato il via libera all’adozione del Masterplan per l’ampliamento. Torrebelvicino e Marano Vicentino si sono invece astenuti, in attesa di entrare nel merito del progetto. Proprio nell’auditorium comunale di Marano si è tenuto venerdì 16 maggio il più recente degli incontri pubblici sul tema, dopo quelli fatti a Schio, Thiene, Santorso e Torrebelvicino. Marano Vicentino è con Schio il territorio più contiguo all’impianto. E vanta un tasso di raccolta differenziata tra i più alti in provincia (86,2% nel 2023): il volume di rifiuto urbano residuo indifferenziato, cioè quello da incenerire o conferire in discarica, è progressivamente sceso sotto i 50 kg l’anno. Il più basso tra i comuni dell’Alto Vicentino, ben inferiore all’obiettivo di 67 kg fissato al 2030 per il bacino di Vicenza dal Piano regionale veneto dei rifiuti. Un risultato quindi di riferimento per l’amministrazione e la comunità locale.
Il sindaco Marco Guzzonato ha spiegato di avere optato per l’astensione rispetto alla proposta di Masterplan perché «le posizioni erano piuttosto polarizzate all’interno dell’assemblea, quindi era necessario prendersi del tempo per individuare un percorso di mediazione. Nell’assemblea del 30 agosto 2024 – ha sottolineato il sindaco di Marano – i Comuni hanno approvato una serie di linee guida e non un piano industriale, che deve essere ancora definito. I lavori sono in corso e a tal fine è stato individuato un tavolo di lavoro ristretto di sindaci che dovrà sgrossare le caratteristiche del piano industriale, che alla fine sarà sottoposto al voto dell’assemblea dei soci». I vertici di Ava non hanno invece partecipato all’incontro di Marano né fatto commenti. «Il prossimo incontro pubblico – annunciano gli organizzatori del Coordinamento Non Bruciamoci Il Futuro – sarà a Piovene Rocchette, e stiamo pensando di organizzarne anche a Zugliano e Malo, sempre in collaborazione con le amministrazioni dei Comuni soci di Ava, perché chiediamo ai sindaci un processo decisionale pubblico e trasparente con la cittadinanza. Le decisioni di oggi ricadranno infatti sulle generazioni più giovani e vincoleranno il nostro territorio per decenni».
Petizione on line: https://www.openpetition.eu/it/petition/blog/non-bruciamo-il-nostro-futuro#petition-main