Sebbene la protesta popolare non sia al momento scoppiata, lo scontro sul tema della sanità pubblica, e in particolare della prevenzione dermatologica, è acceso. Non nell’assopito Alto Vicentino, dove sembra che tutti siano talmente benestanti da potersi permettere le cure preventive private. I medici temono una diagnosi tardiva di tumori cutanei; i politici d’opposizione denunciano un arretramento preoccupante del sistema sanitario; e la Regione, dal canto suo, resta ferma nella volontà di contenere i costi.
“È inaccettabile che la Regione Veneto neghi ai propri cittadini le impegnative per la mappatura dei nei, costringendoli a rivolgersi al privato. Come se non bastassero già le lentezze legate alle liste d’attesa”. È la presa di posizione della capogruppo del PD in Consiglio regionale, Vanessa Camani.
“Privare gli utenti di un fondamentale esame preventivo che il sistema pubblico dovrebbe garantire – prosegue – significa esporli in maniera esponenziale ai rischi derivanti dai mancati controlli. Il problema dell’appropriatezza delle prestazioni e l’obiettivo del contenimento dei costi non possono diventare l’alibi per tagliare con la mannaia un servizio di così enorme importanza.
Contro questa vergogna vogliamo richiamare il governo regionale a fare dietrofront. Presenteremo – annuncia Camani a nome del Gruppo PD – una mozione che chiediamo venga discussa nella prima seduta utile, prevista il 2 settembre. Zaia e Lanzarin non possono lavarsene le mani in questo modo: ripristinare e garantire gli screening è un dovere, anzi un imperativo”.
L’unico a farsi sentire nell’Alto Vicentino, tramite Orianna Zaltron, è il Covesap, il comitato che ha indetto per il 4 ottobre una manifestazione in difesa della sanità pubblica.
Carlo Cunegato, consigliere comunale di opposizione a Schio, cerca di “aprire gli occhi” all’opinione pubblica, tentando di svegliare chi si fa incantare da proclami a fini elettorali che, secondo Cunegato, nulla avrebbero a che fare con lo stato reale della sanità veneta, sempre più colpita da tagli ai servizi.
Eppure, la delibera regionale – che qualcuno forse sperava passasse in sordina – parla chiaro: l’esame di mappatura dei nei viene eliminato dai Lea (Livelli Essenziali di Assistenza).
Una scelta che tuona come un temporale in piena estate, se si pensa ai numerosi comunicati stampa diffusi dalle varie Ulss per pubblicizzare l’ambulanza magari donata da un privato, o il nuovo macchinario che però non può essere utilizzato per mancanza di personale. E nel frattempo, silenzio assoluto davanti al taglio di un esame fondamentale per la prevenzione del melanoma.
A chi è pronto in vista delle elezioni regionali a chiederci il voto dovremmo domandare:” E tu cos’hai fatto nel tuo piccolo per evitare tutto questo?”
N.B.