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Munaretto:’Situazione drammatica, politica sorda’. Piovan:’ Tempo scaduto’

Colpiva stamattina, vedere tutti quegli imprenditori che, un decennio fa, rappresentavano l’emblema del benessere che risiedeva nel Nord Est Italia. Un modello per l’intera Europa, una meta felice per chi ha sempre visto come un paradiso quel territorio così ricco e civile da poter dare lavoro ai disoccupati del Sud e non solo a loro. Eppure stamattina, qualcuno di loro teneva dei cartelli tra le mani. Sopra, frasi che si fa fatica ad accostare a quelle imprese invidiate per la ricchezza che sapevano produrre.

 

Eppure anche gli imprenditori veneti, tutti lavoro e casa, oggi hanno voluto lasciare la loro occupazione per scendere in piazza e gridare il loro disagio nell’affrontare una crisi che si è rivelata più drammatica di come la si descriveva fino ad un paio d’anni fa. Gli stessi rappresentanti delle associazioni di categoria, promotori della rivolta che ha preso il via dopo il coraggioso incatenamento di Renato Munaretto, anche lui insospettabile vittima della crisi economica italiana ed europea, non parlano più con la voglia di essere ottimisti. Il messaggio che hanno lanciato oggi Confindustria, Ascom e Confartigianato sa di amaro realismo. Loro, rappresentanti degli onesti lavoratori veneti, per i quali il lavoro è talmente sacro da identificarlo con il valore della vita, non se la sentono più di fare i buonisti. Per qualcuno la tentazione è ancora forte. Per molti altri, il livello di guardia è stato raggiunto e anche se oggi non si è incatenato, Munaretto è riuscito ad essere incisivo lo stesso.

‘La situazione è drammatica – ha esordito nella sala consiliare del comune di Thiene, con voce ferma, ma affranta nel riferimento a quegli operai che stanno temendo la scure della disoccupazione che attenta alle loro esistenze, stravolgendole – siamo stati abbandonati da una politica che non pensa ai temi reali. Non era mai capitato di arrivare ad una situazione come quella attuale. Siamo super tassati. La burocrazia è snervante e complica le cose già impantanate dalla crisi dei consumi. L’Italia va a rotoli e nessuno se ne preoccupa. Si stanno perdendo posti di lavoro che mai più potranno essere recuperati’.

Renato Munaretto ad un certo punto, si è ritrovato a sedare gli animi di qualche collega che per stamattina, prevedeva una protesta più eclatante: qualcuno che voleva replicare il gesto dell’incatenamento per far capire quanto fosse ‘incazzato’. Il presidente di Confindustria ha spiegato  che era il momento di essere costruttivi e che era giusto che i toni si mantenessero sobri.

Di concretezza ha parlato anche Andrea Piovan, presidente di Confartigianato, che con il garbo che lo contraddistingue, non ha risparmiato il suo attacco alla politica che chiede soldi a chi non ne ha più. ‘Il tempo è scaduto – ha detto Piovan – ora servono i fatti, ma facciamo fatica a sperarci dato che non siamo stati in grado di formare un governo in tempi brevi, nonostante l’urgenza. Vogliamo il credito agevolato, basta con le porte in faccia da parte delle banche. Rivogliamo l’Italia di un tempo, quella di cui siamo stati orgogliosi per decenni’.

La manifestazione di oggi, infine, non poteva ignorare chi per colpa della crisi ha scelto di non vivere rinunciando alla lotta. Per le  ‘vittime di un malvagio meccanismo economico’ e per chi invece, come Munaretto continua a battagliare, trenta secondi di silenzio.

Natalia Bandiera

 

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