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Paese che vai, antenna che trovi. Il comitato di Breganze:’Sindaco incapace di imporsi alla Ericsson’

La vittoria del comune di Marano sulla Ericsson che ha dovuto rinunciare all’antenna all’interno del parco giochi di via Vicenza, ha scoperchiato i veleni breganzesi, dove l’argomento tiene ancora banco. Sotto accusa il primo cittadino, ‘incapace di ribellarsi a chi costruirà il ponte radio là dove un intero quartiere non lo vuole’.

 ‘L’amministrazione comunale è a posto con le carte ma non con le persone’. E’ quanto ha dichiarato il comitato spontaneo di cittadini breganzesi nato apposta per contrastare l’antenna Ericsson che sta sorgendo tra via Città di Heves e via Trento.

Gianni Cortese, uno dei tre portavoce del comitato, si dice ‘rammaricato e deluso ma non sorpreso del fatto che l’antenna sorgerà nonostante tutti i tentativi di fermarla’.

Ciò che viene criticato all’amministrazione comunale capitanata da Silvia Covolo è di essere rimasta immobile davanti alle imposizioni di Ericsson pur avendo dichiarato che avrebbe fatto tutto quanto in suo potere per impedire l’installazione proprio in quell’incrocio. ‘E’ un crocevia pericoloso in una zona di gran traffico – ha spiegato Cortese – e con un’antenna di trentaquattro metri il rischio sarà ancora maggiore’. Si poteva fare molto di più secondo il comitato: espropriare l’area, porre dei limiti precisi all’edificabilità o quantomeno dare a Ericsson alternative valide per spingerli a decidere di installare l’antenna da un’altra parte.

‘Abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare – ha replicato Silvia Covolo – e io sono estremamente tranquilla della posizione della mia amministrazione. L’antenna sorge su un terreno tutelato dalla legge Gasparri, che prevede che non si possano mettere limitazioni sulle aree private. Il nostro legale ci ha sconsigliato di ricorrere al Tar perché avremmo perso sicuramente. Non avrebbe senso sopportare spese di contenzioso senza avere nessuna chance di vittoria’. Nessuna chiusura da parte del comune quindi, ma soltanto buon senso che non permette di gettare soldi in battaglie inutili.

Ma il comitato di cittadini non ci sta e non si dice soddisfatto delle parole del sindaco. I breganzesi che si sono battuti per non avere l’antenna in quell’incrocio dichiarano di essersi sentiti nello schieramento opposto rispetto all’amministrazione comunale, che a loro parere sembrava essere coalizzata con Ericsson. ‘E’ un’amministrazione che lavora con il principio del faccio e decido tutto io – ha dichiarato il comitato – e non si sente di dover dare spiegazioni ai cittadini elettori’. A Gianni Cortese dispiace tuttavia che la questione abbia assunto colori politici, perché secondo lui ‘non c’è politica in questa protesta. E’ la legge nazionale che è terribile e penalizzante, non è la legge del comune di Breganze. Siamo preoccupati per i nostri figli – ha spiegato – perché sicuramente bene non fa. Inoltre non capiamo perché per vincoli paesaggistici la legge prevede che un’antenna così debba essere posizionata a centocinquanta metri dalla sponda di un fiume, ma può altresì essere montata sopra il tetto di una scuola materna’.

I breganzesi contrari hanno definitivamente perso la loro guerra all’antenna Ericsson, e dovranno alzare bandiera bianca ed accettare che la tecnologia entri prepotentemente in città.

Ma non bisogna guardare solo al caso di Marano Vicentino – ha sottolineato Silvia Covolo – io invito a considerare anche i casi di Nove e Mussolente che si sono trovati nella stessa condizione di Breganze’.

Di sicuro ci sarà che i telefoni cellulari dei breganzesi avranno sempre un’ottima copertura di rete.

 

Anna Bianchini

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